I deputati della Lega chiedono al Consiglio di Stato di smettere di esporre il vessillo europeo: âSimbolo ambiguo e divisivo, non parla al Ticinoâ
BELLINZONA - Esposta puntualmente il 5 maggio fuori dalla sede del Governo per celebrare lâanniversario del Consiglio dâEuropa, la bandiera blu con le dodici stelle dorate continua a far discutere. I deputati della Lega dei Ticinesi â Boris Bignasca, Andrea Sanvido, Daniele Piccaluga, Maruska Ortelli, Stefano Quadri e Sem Genini â hanno depositato unâinterrogazione chiedendo al Consiglio di Stato di spiegare perchĂŠ venga ancora issato un simbolo che, pur formalmente legato al Consiglio dâEuropa, coincide visivamente con quello dellâUnione Europea. UnâEuropa, accusano, percepita da molti ticinesi come ostile e distante, responsabile di dumping salariale, perdita di sovranitĂ e decisioni discutibili da parte della CEDU.
Pubblichiamo di seguito il testo integrale dellâinterrogazione.
"Anche questâanno, puntualmente il 5 maggio, è stata esposta fuori dalla sede del Consiglio di Stato la bandiera con le 12 stelle dorate su sfondo blu, ufficialmente per celebrare lâanniversario della fondazione del Consiglio dâEuropa (5 maggio 1949), di cui la Svizzera è effettivamente membro.
Peccato che si tratti della stessa identica bandiera dellâUnione Europea, simbolo di un apparato burocratico lontano, percepito da molti ticinesi come ostile agli interessi del nostro Cantone. Una bandiera che richiama unâideologia europeista che ha penalizzato il nostro mercato del lavoro, indebolito la nostra sovranitĂ , e concesso spazio alla pressione sul nostro tessuto economico e sociale.
Innumerevoli sono infatti le conseguenze negative che la politica europea ha causato al Ticino negli ultimi decenni:
- Dumping salariale strutturale che ha colpito migliaia di famiglie ticinesi;
- Perdita di identitĂ culturale e crescente pressione sulla nostra autonomia decisionale.
Inoltre nemmeno il Consiglio dâEuropa è esente da critiche. Basti pensare alle decisoni della CEDU (che è organo del suddetto Consiglio dâEuorpa) che non perde occasione per schierarsi contro la Svizzera e a favore di stranieri criminali: addirittura anche di stupratori condannati.
Fatte queste premesse si chiede:
1. PerchĂŠ il Consiglio di Stato continua a esporre la bandiera del Consiglio dâEuropa, pur sapendo che è identica a quella dellâUnione Europea, e quindi fortemente divisiva sul piano politico?
2. Qual è la necessità politica o diplomatica di esporre tale bandiera? Esiste un obbligo formale per i Cantoni, o si tratta di una libera scelta?
3. Ă disposto il Consiglio di Stato a riconsiderare questa prassi e â se proprio volesse aderire simbolicamente alla Giornata del Consiglio dâEuropa â farlo in altro modo, senza utilizzare un vessillo ambiguo e divisivo?
4. Non sarebbe piÚ coerente, da parte di un Cantone che si è espresso piÚ volte con forza contro
gli eccessi dellâUE, limitarsi allâesposizione delle sole bandiere svizzera e ticinese, che rappresentano tutti i cittadini?
5. Il Consiglio di Stato esponendo la bandiera del Consiglio dâEuropa si trova a concordare con le decisioni della CEDU contro lâespulsione di criminali stranieri?