Le indiscrezioni raccolte da Reuters dopo la telefonata rovente tra i due presidenti
BERNA/WASHINGTON – La Svizzera è al lavoro per presentare agli Stati Uniti una nuova offerta commerciale con l’obiettivo di ridurre l’impatto dei dazi imposti dal presidente Donald Trump, arrivati fino al 39% su alcuni prodotti elvetici. Un livello che ha colto di sorpresa Berna, abituata a muoversi tra neutralità e pragmatismo nei rapporti internazionali.
Secondo indiscrezioni raccolte dall'agenzia Reuters, il pacchetto dovrebbe essere pronto entro inizio settembre e punterebbe a portare i dazi verso un livello più vicino al 15% applicato da Trump all’Unione Europea. L’offerta includerebbe maggiori acquisti di armamenti dagli Stati Uniti, un’apertura al gas naturale liquefatto americano e un accesso ampliato al mercato in alcuni settori. Forse anche in quello della carne.
La mossa arriva dopo il litigio telefonico del 31 luglio tra Trump e la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, che aveva lasciato strascichi polemici. In quell’occasione il tycoon si era lamentato del deficit commerciale americano e aveva accusato la sua interlocutrice di «non voler ascoltare». Un atteggiamento che ha suscitato critiche interne verso Keller-Sutter e preoccupazioni nel Consiglio federale sul rischio che il rapporto personale incrini i negoziati.
Il Dipartimento dell’economia ha confermato l’impegno del Consiglio federale a «migliorare la situazione tariffaria con gli Stati Uniti» e ha ribadito che le discussioni proseguono «a vari livelli». Intanto, segnali concreti arrivano anche dal fronte militare: all’inizio di agosto, gli Stati Uniti hanno reso noto che i colloqui con la Svizzera includono un rafforzamento della cooperazione in materia di difesa.
Nonostante i toni duri di Trump, alcuni dati di UBS segnalano che alla fine del secondo trimestre la Svizzera non presentava più un deficit commerciale con gli Stati Uniti, complicando ulteriormente la narrativa della Casa Bianca.
A Berna resta la convinzione che i dazi vadano ridotti il prima possibile, prima che Washington si abitui alle nuove entrate doganali. Ma nel frattempo pesa la questione politica interna: Keller-Sutter è presidente solo per quest’anno, ma diversi funzionari temono che l’“incidente” con Trump possa rallentare o complicare la strada verso un accordo.