di Don Gianfranco Feliciani *
Una delle facoltà più belle dell’uomo è quella di poter ridere. Un sorriso è sempre una boccata d’aria fresca che ci aiuta a sopravvivere, soprattutto nei momenti bui come quelli che stiamo vivendo. E che ridere faccia bene lo dice anche la biologia moderna: invece degli ormoni dello stress, adrenalina e cortisolo, il corpo rilascia gli ormoni della felicità, le endorfine, che rilassano. Tutto ci fa capire quanto sia importante interpretare la vita sul registro dello “humor”, e ci mette sulle labbra la preghiera di san Tommaso Moro: “Signore, dammi un’anima che ignori la noia, la lagna e il sospiro. Dammi lo ‘humor’, perché possa trarre qualche gioia da questa vita e dia occasione anche agli altri di approfittarne”.
Quando mi incontro con gli ospiti delle Case anziani, in ogni momento di preghiera con loro cerco sempre di inserire qualcosa che li faccia sorridere. Il Vangelo non è forse la “bella notizia” che porta la gioia? E la fede non si può spiegare anche con un po’ di “humor”? Ecco cosa ho raccontato ai miei cari vecchietti… E che gioia per me vederli ridere di gusto!
Il ragazzo Gesù, studente interno della “Scuola sant’Abramo” di Gerusalemme, rientra alla sua casa di Nazaret con il libretto scolastico. I giudizi e le note del trimestre non sono affatto lusinghieri. Maria, sua madre, che ha già visto il brutto libretto, non dice nulla, ma conserva tutte queste cose meditandole nel suo cuore. La cosa più dura da fare sarà però farlo sapere a Giuseppe. La sera, prima di cena, Maria dà la pagella da leggere a Giuseppe.
MATEMATICA – Non sa fare quasi niente, a parte la moltiplicazione dei pani e dei pesci
SCRITTURA – Non ha mai con sé il quaderno e la penna per scrivere ed è quindi costretto
a scrivere per terra sulla sabbia.
CHIMICA – Non compie gli esperimenti che gli sono richiesti e si diverte a cambiare
l’acqua in vino per far ridere i compagni.
GINNASTICA – Invece di imparare come gli altri a nuotare in piscina, lui cammina
sull’acqua.
ESPRESSIONE ORALE – Ha delle grosse difficoltà a parlare con chiarezza e a farsi
comprendere, perché si esprime sempre in parabole.
ORDINE – A scuola ha perso tutto il materiale che gli era stato consegnato, e dichiara
disinvolto che lui non ha più niente, neanche una pietra dove posare il capo.
CONDOTTA – Ha la brutta abitudine di frequentare compagnie cattive, furfanti e donne di
malaffare, e se il maestro lo rimprovera risponde dicendo che anche lui è un Maestro.
Papà Giuseppe, dopo la lettura della pagella è stupito e costernato. Deciso a correre ai ripari si rivolge a Gesù con queste dure parole: “Ebbene, ragazzo mio, siccome qui le cose vanno proprio male, io ti dico che quest’anno sulle tue vacanze di Pasqua puoi metterci una croce”.
*Arciprete di Chiasso