"È giusto comprendere la paura di Israele, che nel sanguinoso 7 ottobre 2023 – con le sue 1.200 vittime – ha visto il ritorno del Male. cinquantamila morti palestinesi non sono forse abbastanza, come risposta a quella notte?"
di Don Gianfranco Feliciani *
Lo spettacolo fa rabbrividire, suscitando commozione e anche rabbia. A Gaza, una folla di uomini, donne e bambini, scavalcandosi gli uni gli altri e ricacciando indietro i più deboli, non riesce più a sopportare i morsi della fame e ogni giorno tende disperatamente pentole e ciotole, chiedendo un po’ di cibo. I generi alimentari ci sono, forniti dall’aiuto umanitario internazionale, ma non arrivano a sfamare quelle povere bocche: vengono bloccati dall’esercito israeliano, che accusa il gruppo armato di Hamas di usare la popolazione come scudi umani. È probabile. Ma anche se fosse, quella povera gente sarebbe due volte vittima della barbarie umana.
La verità è che a Gaza sta avvenendo una sorta di pulizia etnica, un vero e proprio genocidio del popolo palestinese. I bombardamenti non cessano e i media ci informano ogni giorno di nuove vittime. C’è la guerra anche nella martoriata Ucraina, e in tante altre parti del mondo, e tutte le guerre sono terribili. Ma a Gaza la guerra fa ancora più male, perché a essere colpiti in misura maggiore sono i bambini, ridotti a piccoli scheletri.
Fa male anche il fatto che a condurre questa guerra sia Israele: un governo democraticamente eletto, un Paese che ha conosciuto sulla propria pelle una storia tragica di persecuzione. E fa ancora più male il silenzio delle nazioni democratiche, che stentano a denunciare il governo “democratico” di Netanyahu.
In questi giorni, fortunatamente, pare che la comunità internazionale si stia finalmente svegliando. È giusto comprendere la paura di Israele, che nel sanguinoso 7 ottobre 2023 – con le sue 1.200 vittime – ha visto il ritorno del Male, lo stesso Male che, durante la Seconda guerra mondiale, ha trucidato sei milioni dei suoi figli. Ma è altrettanto giusto chiederci: cinquantamila morti palestinesi non sono forse abbastanza, come risposta a quella notte?
All’udienza generale di mercoledì scorso, papa Leone XIV ha rivolto un appello che ribadisce con chiarezza quanto la pace gli stia a cuore: “Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari a Gaza e a porre fine alle ostilità... La situazione è sempre più preoccupante e dolorosa... Il prezzo straziante di questa situazione è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”.
* parroco di Chiasso