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03.01.2016 - 09:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Impiego domenicale: evitare banalizzazioni

Interrogazione di Giorgio Fonio e Sara Beretta Piccoli (PPD)

La decisione del Governo di assecondare la richiesta della Federcommercio di aprire straordinariamente i negozi il 27 dicembre 2015 non è passata inosservata. Insieme alle discussioni non sono mancate le polemiche. La Federcommercio aveva fatto notare che quest'anno durante il periodo delle festività natalizie vi erano 3 giorni festivi consecutivi, ovvero il 25 dicembre (Natale), il 26 dicembre (Santo Stefano) nonché domenica 27 dicembre e che una chiusura sull'arco di tre giorni consecutivi avrebbe sfavorito l'economia ticinese a vantaggio dei commerci d'oltre confine. Inutile ricordare che tre giorni consecutivi di riposo nel settore della vendita sono una rarità, trattandosi di una coincidenza di calendario che capita più o meno ogni 10 anni. Giova inoltre ricordare come tutta questa attenzione verso il personale di vendita invocata dalla grande distribuzione non si noti concretamente nei fatti quotidiani. L'ultimo caso in ordine di tempo del quale sono venuto a conoscenza è quello di una signora 50enne ticinese, assunta a tempo determinato da un grande magazzino del sottoceneri, alla quale, nonostante le qualifiche eccellenti è stato comunicato solo all'ultimo momento che non le sarebbe stato rinnovato il contratto. Il motivo? Al suo posto hanno assunto due lavoratrici provenienti da oltre confine con un contratto ad ore. In sostanza al posto di un posto fisso e (quasi) garantito si è preferito flessibilizzare ulteriormente il posto di lavoro assumendo due precarie. Ma tornando all'apertura straordinaria ricordiamo come iIl DFE nel rilasciare l'autorizzazione aveva stabilito che la particolare situazione di tre giorni festivi consecutivi poteva eccezionalmente giustificare un'apertura generalizzata sulla base dell'interesse della popolazione a potersi riapprovvigionare in tempi ragionevoli dopo le festività natalizie. Dunque questa giustificazione stride con le dichiarazioni mielose del Signor Enzo Lucibello che il 27 dicembre esprimendosi sull'esito di questa giornata aveva asserito che “grazie alle aperture odierne si è potuto mantenere nel nostro Cantone un considerevole indotto economico, che andrà anche a beneficio della futura occupazione. In un momento in cui di occupazione c’è assoluto bisogno. Il successo registrato oggi contribuirà infatti a migliorare sensibilmente i risultati non propriamente entusiasmanti delle vendite prenatalizie”. Da un lato parla di occupazione, tema a noi caro, dall'altro parla di risultati riparatori. Sostanzialmente sembrerebbe dunque venuto a mancare il fattore unico che aveva dato fondamento all’autorizzazione alla controversa apertura straordinaria. Sembrerebbe, leggendo queste dichiarazioni, che il governo e il DFE siano stati utilizzati dalla grande distribuzione per artificiosamente anticipare di un giorno i saldi. Riteniamo pertanto necessario fare assoluta chiarezza sulla reale necessità originante la deroga all’apertura dei negozi durante la domenica del 27 dicembre 2015. Anche perché, è giusto ricordarlo, come detto in entrata il motivo esclusivo della decisione del DFE era quella di permettere ai ticinesi di non rimanere con il frigorifero vuoto facendo espressamente astrazione di ogni e qualsiasi altra considerazione (ad esempio, evitare il turismo dello shopping). Nella misura in cui, diverse migliaia di venditrici e venditori sono stati private del buon diritto di riposarsi, dopo un intenso periodo di impiego pre-natalizio (leggasi deroghe precedentemente concesse), si ritiene opportuno che il competente Dipartimento possa disporre - in ottica futura - di un rilevamento economico “reale” (e non “di esclusivo interesse generale e commerciale, peraltro non supportato dalla vigente giurisprudenza). Pertanto ci permettiamo di chiedere: 1. Di verificare, a livello di grande distribuzione, i dati relativi al mese di dicembre 2015 (per ogni singolo giorno di apertura) e comparare il mese di dicembre 2015 con gli ultimi 3 anni precedenti. 2. Di dare scarico, al Gran Consiglio, alla Disti, alle lavoratrici e ai lavoratori impiegati, ai consumatori tutti, del rilevamento effettuato. 3. Quanti sono stati i disoccupati (e/o persone al beneficio dell’assistenza pubblica) a cui è stata data la possibilità di lavorare durante la giornata del 27 dicembre 2015? 4. Quanti sono i negozi rimasti aperti durante la giornata della citata apertura straordinaria?Giorgio Fonio e Sara Beretta Piccoli (PPD)
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