TRIBUNA LIBERA
I contorni del colpo del secolo: l'assurda password e la versione dei rapinatori: "Non sapevamo di essere al Louvre"
Il bottino, stimato attorno a 88 milioni di euro, risulta tuttora scomparso. Le dichiarazioni di Abdoulaye: "Credevamo che il museo fosse solo quello con la piramide all'ingresso"

PARIGI – Dai salti in moto nel cuore della banlieue parigina al furto del secolo nel museo più famoso del mondo. È la parabola di Niakate Abdoulaye, 39 anni, conosciuto nel suo quartiere come “Doudou Cross Bitume”, oggi accusato di essere uno dei due uomini che il 19 ottobre hanno messo a segno il colpo del secolo al Louvre, rubando i gioielli della corona di Francia custoditi nella Galleria di Apollo. Un bottino da 88 milioni di euro, tuttora scomparso.

Secondo gli inquirenti francesi, Niakate Abdoulaye avrebbe agito insieme al complice Ayed Ghelamallah, 34 anni, di nazionalità algerina. I due sarebbero entrati nella Galleria di Apollo eseguendo “gli ordini di persone non identificate”, ha ammesso lo stesso Doudou, che si trova in custodia cautelare e ha parzialmente confessato i fatti.

Entrambi sono stati arrestati il 25 ottobre: Doudou ad Aubervilliers, il suo quartiere d’origine; Ghelamallah all’aeroporto Charles de Gaulle, mentre stava per imbarcarsi sull’ultimo volo per Algeri.

Secondo quanto trapelato dagli interrogatori, i due ladri avrebbero raccontato una versione quasi surreale: “Non pensavamo di essere entrati nel Louvre, credevamo che il museo fosse solo quello con la piramide all’ingresso. E poi pensavamo fosse chiuso perché era domenica”.

Con 15 precedenti penali alle spalle, “Doudou Cross Bitume” era una vecchia conoscenza della polizia francese. Il suo reato più grave, prima del colpo al Louvre, risale al 2014, quando aveva rapinato una bigiotteria nel quartiere Barbès armato di fucili finti e in fuga a bordo di Yamaha T-Max: gli stessi scooter usati dopo il furto al museo.

La versione fornita dai rapinatori non è l'unica cosa apparentemente surreale della vicenda. Negli scorsi giorni, sempre dai media francesi, sono emerse delle criticità in merito ai sistemi di sicurezza del Louvre. La password per accedere al sistema di videosorveglianza era, semplicemente, Louvre. Non proprio la protezione migliore per il museo più importante al mondo...

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