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Cronaca
17.06.2017 - 15:000
Aggiornamento: 21.01.2022 - 14:40

Chiesa, la rabbia per le armi. "Chi decide delle nostre tradizioni? Non so se sono peggio gli oligarchi europei o i nostri pusillanimi Consiglieri Federali"

Non si potrà più tenere un'arma in casa se non si appartiene a una società di tiro e non ci si reca allo stand, per adeguarsi a Schengen. Il democentrista non ci sta

BERNA – L’UE, dopo il Bataclan, ha deciso di rendere più severe le norme in materia di armi. Servirà, per averne una in casa, una licenza, e saranno monitorate.

E la Svizzera? Come noto, è uno stato membro di Schengen, ma anche una certa tradizione per quel che concerne le armi. Il Consiglio Federale, alla fine, ha cercato una via di compromesso, che però in realtà non piace a nessuno. Per possedere un’arma dopo il servizio militare (escluse quelle donate dall’esercito stesso), bisognerà far parte di una società di tiro, e dimostrare di essere attivi, ovvero recarsi allo stand a esercitarsi di tanto in tanto. Non vengono calcolati i cacciatori.

Marco Chiesa, Consigliere Nazionale UDC, vede nella decisione (presa tenendo conto che, in caso di non adeguamento, si rischia la cessazione dell’accordo di Schengen) come l’ennesima dimostrazione di un governo che ha intenzione di piegarsi sempre più all’UE, e lo ha fatto capire attraverso Facebook. 

"Chi decide delle nostre tradizioni? L'Europa evidentemente.

Altro che salvaguardia dei nostri principi e dei nostri valori. L'Europa detta le regole e noi siamo solo capaci di ubbidire. Senza battere ciglio.

Non so se sono peggio gli oligarchi europei o i pusillanimi consiglieri federali che permettono subdolamente il nostro assoggettamento a Bruxelles.

Non saremo più liberi di decidere se tenere le nostre armi a casa dopo il servizio militare. A me questo non va bene", ha tuonato.

E a chi nei commenti dice che la colpa maggiore è di chi si piega, replcia "anca mi". Dunque, la Svizzera.
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