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16.10.2017 - 19:240
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Un giorno storico per la politica. Stop a cadregopoli, i deputati non potranno sedere nei CdA degli enti parapubblici

Con 43 sì, e il PLR e la Lega contrari, è stato deciso che chi è in Parlamento non potrà contemporaneamente occupare un posto nei Consigli di Amministrazione di EOC, ACR, BancaStato e AET. "In quegli organi vogliamo persone trasparenti", ha detto Ducry

BELLINZONA – Da oggi, i deputati non potranno più sedere nei CdA degli enti parapubblici: dunque, sostanzialmente, EOC, ACR, BancaStato e AET.

Il tema era già stato discusso molte volte, ma aveva sempre prevalso la scelta di permettere questa duplice posizione. Invece, con 43 sì, 36 no e 3 astenuti, questa volta ha vinto il sì, sostenuto da PS, PPD, Verdi e La Destra. Hanno votato contro invece i liberali e la maggior parte dei leghisti, ma non è bastato.

I relatori dei due rapporti dell’iniziativa che era della socialista Pelin Kandemir Bordoli erano Jaques Ducry e Franco Celio.

Per il primo, un passo verso l’uguaglianza, perché ritiene non corretto che alcuni gran consiglieri abbiano in qualche modo più potere di altri, conferendolo automaticamente ai propri partiti. “Nei CdA vogliamo persone trasparenti”.

Per contro, Celio sostiene che sarebbe una regola valida in un parlamento professionista, non di milizia, e che così si toglie la possibilità di essere eletti a chi siede già in quegli organi.

Ma “qualche conflitto di interesse latente si avvertiva”, ha detto il presidente pipidino Dadò, e di sicuro era il pensiero di chi ha votato sì. Contro quella che qualcuno poteva definire cadregopoli: per la politica ticinese, è comunque un giorno storico.
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