BELLINZONA - Drammi che avvengono non casualmente ma con precise responsabilità. Le accuse di ieri di amici e parenti dell'operaio deceduto l'altro giorno in un incidente in un cantiere a Bellinzona risuonano nel post social del sindacato Unia.
Il 44enne bosniaco è stato schiacchiato dalla scala interna in cemento dell'edificio cui stava lavorando (leggi qui) e il suo corpo è stato estratto solo dopo ore, mentre un suo collega ha riportato solo, fortunatamente, ferite lievi (leggi qui). La Magistratura ha aperto una inchiesta, una prassi in questi casi (leggi qui). A parlare però di ritmi massacranti e insostenibili, che avrebbero di fatto causato la morte dell'uomo, è stato un cugino della moglie (leggi qui).
Oggi Unia con un post su Facebook, accompagnato da una foto interamente nera in segno di lutto, ha ripreso il tema, parlando di "tristezza, solidarietà e collera".
"La mobilitazione sui cantieri svizzeri continua, oggi le strade di Zurigo saranno piene delle giuste rivendicazioni degli operai. Ma contrariamente alle ultime settimane, non pubblicheremo fotografie o filmati, non troverete qui sotto cori, fumogeni, e bandiere. Perché oggi come ieri in Ticino sono giornate contraddistinte da altri sentimenti.
La tristezza per la vita spezzata a Bellinzona, per una morte incomprensibile e inaccettabile. La solidarietà con i famigliari e gli amici di Mile, con i suoi colleghi, e con tutti coloro direttamente colpiti da questo dramma, a cui va anche la vicinanza e la solidarietà di tutto il sindacato. E la rabbia, tanta rabbia, perché non si può uscire di casa al mattino e morire facendo il proprio lavoro", si legge.
"Alla magistratura ora il compito di fare chiarezza e rendere giustizia, perché questi drammi non accadono casualmente, ma ci sono delle responsabilità che dovranno essere riconosciute. Al sindacato quello di battersi con tutte le sue forze perché questi drammi non si ripetano mai più. Per Mile, per i suoi cari, per gli altri morti sul lavoro. Per gli operai che a Zurigo stanno manifestando per difendere i loro diritti e migliorare le loro condizioni di lavoro, per tutti i lavoratori e le lavoratrici che in questo momento si stanno recando in cantiere, in fabbrica, in deposito. Con la loro tristezza, la loro solidarietà, e la loro collera.
Che è anche la nostra", conclude il post.