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Il Blog di Don Gianfranco
17.12.2023 - 11:140

"Anche se stravolto dal consumismo il Natale conserva tutto il suo incanto"

Don Gianfranco Feliciani: "Chiediamoci sinceramente: sappiamo cogliere il significato autentico dell'augurio di Buon Natale?"

*Di Don Gianfranco Feliciani

Chissà quante volte in questi giorni, a tutti quelli che incontreremo, rivolgeremo l’augurio di Buon Natale! E sta bene: è prima di tutto un segno di buona educazione. Chiediamoci però sinceramente: sappiamo cogliere il significato autentico di quel desiderio e di quella speranza che questo augurio racchiude? Quale desiderio e quale speranza? Rispondiamo: ovviamente di buona salute, di tranquillità, di pace, di amicizia, di amore soprattutto.

Sicuro! E qui si apre una riflessione infinita come il cielo, anzi, infinita come il cuore dell’uomo. Sì, perché il cuore dell’uomo è fatto così: ha bisogno di amore, solo di amore, mentre tutto il resto è veramente secondario. Amare e sentirci riamati: questo è quanto maggiormente conta nella vita di ogni persona, credente o non credente poco importa. Ecco perché tutti festeggiamo il Natale! E anche se il consumismo l’ha completamente stravolto fino a dimenticare il Festeggiato, il suo messaggio di pace e di amore, avvertito anche solo inconsciamente come nostalgia del cuore, paradossalmente permane in tutta la sua forza e il
suo incanto!

Per questo mi hanno sempre infastidito le prediche che si accaniscono nel condannare il consumismo sfrenato di un “natale” diventato ormai pagano, non perché ciò non sia vero, ma perché alla fine queste esortazioni moralistiche non sanno interpretare, con l’intelligenza della fede, quella salutare inquietudine del cuore che non solo i bagordi e le grandi abbuffate
non riescono ad appagare, ma che rendono altresì più struggente che mai. Come sappiamo il primo annuncio della nascita di Gesù fu rivolto ai pastori. “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un
bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Luca 2,8-12).

Chi erano i pastori? Nulla della nostra visione ecologista e romantica. Considerati ladri, violenti, e non potendo adempiere a tutte le prescrizioni religiose dei farisei, erano considerati impuri ed esclusi dal tempio; insomma, dei senza-dio. Nella mentalità popolare il Messia che doveva venire avrebbe fatto piazza pulita di tutti i peccatori, e i primi ad essere spazzati via sarebbero stati proprio loro, i pastori. Ecco perché nella notte di Betlemme sono presi da grande timore! Alla nostra miseria, al nostro cuore stanco e inquieto, Dio non risponde con dei rimproveri e dei severi richiami all’ordine, ma con il sorriso e il pianto di un povero Bambino! Gesù ci rivela un Dio capovolto, un Dio diverso da quello che noi immaginavamo. È questo l’incanto del Natale!

*Arciprete di Chiasso

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