POLITICA
Accordi CH-UE: il Governo ribadisce e spiega la sua posizione: "Prima le modifiche, poi l'intesa"
Il Consiglio di Stato scrive a Berna e pone delle condizioni precise e non negoziabili. Stasera a Matrioska, ospiti di Marco Bazzi, ne parlano Marchesi, Bertoli e Caverzasio
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BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha trasmesso oggi al Consiglio federale la sua presa di posizione ufficiale sul pacchetto di accordi per la “stabilizzazione e sviluppo delle relazioni Svizzera–UE”. Il Ticino apre sì alla prospettiva di un rilancio dei rapporti con Bruxelles, ma pone condizioni precise e non negoziabili.

Rispetto alla bozza del 2018 ci sono miglioramenti - scrive il Governo - ma non è possibile accettare un’intesa che non tenga conto delle peculiarità del nostro Cantone, in prima linea rispetto agli effetti della libera circolazione.

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Nella presa di posizione trasmessa a Berna, il Consiglio di Stato elenca le sue richieste principali: il Governo vuole che lo strumento sia attivabile anche su base cantonale o locale, e non solo federale. Per il Consiglio di Stato, inoltre, “servono maggiori garanzie procedurali sul coinvolgimento dei Cantoni nell’integrazione del diritto europeo”. E preme anche su misure compensative per “i Cantoni maggiormente esposti agli effetti negativi della libera circolazione”.

Il Consiglio di Stato potrà pronunciarsi a favore del pacchetto “stabilizzazione e sviluppo delle relazioni Svizzera-UE “nel suo complesso solo “a fronte di sensibili miglioramenti, così come richiesti nella presa di posizione, che considerano anche le ripercussioni degli accordi sul Cantone Ticino.    

Infine, il Ticino ribadisce con forza un punto su cui insiste da tempo: la necessità di un referendum obbligatorio.

La presa di posizione segue quella della Conferenza dei Governi cantonali (CdC), ma sottolinea le specificità ticinesi, dove gli effetti delle politiche europee — in particolare in ambito lavorativo e sociale — si fanno sentire con maggiore intensità.

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