"La città che si specchia nel lago, con continui riflessi di luce: Lugano si avvicina alla mia idea di scultura"

Helidon Xhiaxha è protagonista di una mostra per la vie della Città che durerà sino al 22 settembre. Non solo la croce tanto discussa...

LUGANO - È stata presentata oggi, con una conferenza stampa a Villa Ciani, la mostra Helidon Xhixha "Lugano: riflessi di luce", alla presenza di Marco Borradori, Sindaco di Lugano, Roberto Badaracco, capo Dicastero cultura, sport ed eventi, Riccardo Braglia, coordinatore della mostra, Eike Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze e curatore della mostra, e dell'artista Helidon Xhixha.

L'esposizione porta in diverse location della città 20 sculture monumentali in acciaio di Helidon Xhixha, che rimarranno esposte fino al 22 settembre.

Come ha detto scherzosamente Braglia, le polemiche nate attorno alla croce che ora si trova davanti a Sants Maria degli Angioli ha fatto parlare molto della mostra.

Ecco, dunque, di che cosa si tratta.

“Lugano è permeata da un’atmosfera unica che si avvicina molto alla mia ricerca scultorea: la città che si specchia nel lago, protetto dalle sue montagne scultoree, genera continui riflessi di luce che danzano sull’acqua senza sosta come musica per gli occhi, un’immagine dinamica, molto vicina al risultato estetico delle mie sculture”, ha detto l’artista, che usa molto l’acciaio poiché esso “rappresenta al meglio l’epoca in cui viviamo, un’epoca nuova che ci lega esclusivamente all’energia, divenendo esso stesso il simbolo dell’energia vitale e creativa. Fin dalle mie prime ricerche, sono sempre stato affascinato dai materiali capaci di reagire alla luce, a cominciare dal vetro. Sperimentando l’utilizzo di nuovi materiali appartenenti all’universo industriale, ho scoperto l’acciaio inossidabile, un materiale straordinario che, oltre ad essere molto resistente, mi permetteva di tradurre le mie ricerche sulla luce nella sua interazione con la materia. Ho scelto l’acciaio perché è un materiale che rifiuta la staticità. La sua capacità di assorbire e riverberare la luce rende dinamiche le sculture e, proiettando la forma all’infinito, permette alla scultura di raggiungere una quarta dimensione, altrimenti difficile da raggiungere con i materiali tradizionali”.

 

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