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27.01.2021 - 14:590
Aggiornamento: 02.03.2021 - 10:28

Gehri Rivestimenti, il Covid ha fatto saltare la festa per i 50 anni? "E noi ne faremo una ancor più grande per i 60"

Manuela e Deborah Gehri raccontano come l'azienda ha affrontato un anno di pandemia: "La ripresa per noi è andata meglio di quanto si potesse prevedere. In estate, autunno e parte dell'inverno abbiamo lavorato a un ritmo quasi normale. Anche se..."

LUGANO - Gehri Rivestimenti SA, azienda familiare giunta ormai alla terza generazione e che ha da poco celebrato i cinquant’anni di attività, è un esempio di gestione positiva dell’emergenza sanitaria. Se l’attività è costretta a fermarsi, o almeno a rallentare, non lo fanno l’inventiva e la progettualità, il pensiero in divenire. Le restrizioni imposte dal lockdown non si traducono in una fase di stand-by, ma diventano un momento di riflessione e di cambiamento, l’opportunità per riorganizzare l’assetto aziendale, ideare nuovi progetti e per investire nel futuro, con fiducia e determinazione.

Manuela Gehri gestisce l’ufficio marketing ed eventi insieme alla figlia Deborah, ed entrambe siedono nel Consiglio d’Amministrazione della Società. Dal primo lockdown alla ripresa, ci raccontano la loro esperienza di un 2020 così particolare, che ha segnato così profondamente la nostra epoca e la nostra società. Pur costretti ad annullare importanti eventi, tra cui i festeggiamenti per il giubileo aziendale, i vertici della Gehri hanno scelto di precorrere i tempi implementando, con semplice buon senso, le regole sanitarie basilari, il che ha consentito di minimizzare gli effetti collaterali della pandemia; anzi, in azienda, laboratorio d’idee che non conosce sosta, si respira aria di novità.

Manuela, a quasi un anno dall’insorgere della crisi, ci può raccontare come avete gestito l’emergenza sanitaria, e con quale spirito l’avete affrontata?

“Con pragmatismo, nel rispetto e con il continuo e sistematico adeguamento delle regole emanate, a volte implementate ancor prima che il Cantone o la Confederazione le rendessero obbligatorie. Chiaramente abbiamo vissuto con grande preoccupazione l’evolversi della situazione sanitaria, sia per quanto riguarda la salute pubblica, in particolare del nostro personale, che per il clima d’incertezza che si era venuto a creare. Ciò malgrado, possiamo constatare con fierezza che l’organico del personale è rimasto invariato. Con misure semplici ma rigide, abbiamo potuto evitare il peggio. L’introduzione, già da prima dell’estate, dell’obbligo per tutti d’indossare la mascherina sul posto di lavoro, ha fatto sì che anche i pochi casi di Covid tra i nostri collaboratori si siano potuti isolare evitando quarantene d’interi settori o addirittura dell’intera azienda. Il rammarico più grande, tuttavia, è stato quello di aver dovuto rinunciare a festeggiare degnamente i 50 anni di attività con i nostri clienti e collaboratori. Vorrà dire che faremo una festa ancor più grande per i 60!”.

Deborah, nonostante lo stop generale non vi siete fermati; anzi, state apportando notevoli cambiamenti all’interno dell’azienda, integrando anche dei nuovi prodotti ad ampliare una gamma già vasta…

“Durante la prima e sconosciuta ondata, quando in Ticino vigeva il lockdown quasi totale, la nostra squadra attiva Oltralpe ha potuto continuare a lavorare, così come una parte degli impiegati in ufficio ha avuto la possibilità di lavorare da casa, cosa peraltro non evidente nella nostra realtà, dove la presenza fisica e il contatto diretto tra colleghi, clienti e fornitori sono essenziali. Questi ultimi mesi sono stati spesi anche per lavorare di concetto a progetti basilari per il nostro futuro, soprattutto a livello di logistica e riorganizzazione interna degli spazi e dei flussi. Nessun lockdown ha avuto il potere di fermare la creatività, i nostri principali partner in questi mesi hanno ideato e realizzato molte nuove serie di piastrelle in gres porcellanato, da un lato ampliando notevolmente il loro catalogo, dall’altro cogliendo l’occasione per ridimensionare le produzioni e tagliare linee poco vendute, o apporre modifiche di formato a produzioni esistenti, in base alle richieste attuali di mercato. Noi, come ogni anno, procederemo con il rinnovo del nostro showroom principale, selezionando nuovi prodotti al fine di poter sempre proporre ai nostri clienti gli ultimi trend”.

Manuela, parlando invece di voi e del vostro settore in generale, come si è comportato in questi mesi, specialmente alla ripresa dopo il primo lockdown?

“Per quanto riguarda noi, meglio di quanto si potesse prevedere la primavera passata. Anche se per il 2020 verranno a mancare due mesi di volume d’affari, a causa di lavori sospesi o non eseguiti. Diversi clienti, soprattutto privati, hanno annullato o rinviato determinati progetti, ma possiamo dire che durante l’estate, l’autunno e parte dell’inverno abbiamo lavorato ad un ritmo quasi normale. Facciamo fortunatamente parte di quel settore che, alla fine del primo confinamento, ha potuto riprendere i lavori lasciati in sospeso durante le settimane di chiusura, perciò la ripresa è stata relativamente semplice e siamo presto tornati a un regime di normalità, senza dover nemmeno più usufruire degli aiuti legati al lavoro ridotto già a partire dal mese di giugno 2020”.

Deborah, diamo uno sguardo al futuro. Come vedete il panorama? E quali progetti avete?

“Siamo fiduciosi e lavoriamo sodo affinché le cose procedano nel migliore dei modi. Abbiamo sempre abbracciato la filosofia per cui l’investimento anticiclico sia la risposta migliore in momenti meno propizi o problematici, il che permette di trovarsi pronti alla ripartenza. Il 2021 sarà un anno molto impegnativo, con un’agenda fitta, soprattutto per quanto riguarda i cambiamenti interni all’azienda. Prevediamo significativi spostamenti all’interno dei nostri uffici e il trasloco di diversi settori quasi per intero, per adattare ed ottimizzare gli spazi e i processi di lavoro a quella che sarà la struttura e la nostra visione della Gehri Rivestimenti per i prossimi 10 anni. Stay tuned!”.

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