«Sono fiducioso sull'esito della sentenza, penso abbiano atteso per non influire con la decisione sul voto di Bellinzona. Se il Tribunale mi desse ragione, ci sarebbero tre scenari. Ci sarà in ogni caso una votazione cantonale, obbligatoria essendo una modifica costituzionale. La possibilità più accreditata sia che tutto il Cantone voti sia sull'aggregazione del Bellinzonese sia del Locarnese. Qui non si è mosso nulla, e sarebbe la loro ultima chance nei prossimi 15-20 anni. Per Bellinzona, qualsiasi voto esca dalle urne, i 13 che hanno detto sì resterebbero aggregati, se vincesse il sì nascerebbe per forza il comune a 17. Non è giusto, comunque, che comuni ricchi come Sant'Antonino non diano contributi al nuovo comune, o non si aspettino poi privilegi dal sindaco della nuova città. Il Tribunale Federale potrebbe dire che la mia iniziativa non è valida non avendo prima fatto votare, ma ora a Bellinzona questa consultazione popolare è avvenuta, dunque il Gran Consiglio potrebbe far andare a votare solo sul Bellinzonese. Se fosse considerata tutta valida, invece, il Parlamento come controprogetto, magari in accordo con noi, potrebbe scegliere di lasciar fuori Bellinzona e mandare la gente alle urne solo su Locarno».