«Si è trovata a operare in un contesto estremamente complicato come ministra delle finanze, con le decisioni dell'OCSE di accelerare il passaggio verso lo scambio prima volontario poi automatico di informazioni e quindi anche superare la possibilità di un modello Rubik. Il suo compito non era facile, poteva gestire alcuni dossier con maggiore cautela, penso allo scambio automatico, alla lotta al riciclaggio e alla criminalità organizzata. Avrebbe potuto essere più attendista e aspettare l'applicazione da parte degli altri stati per vedere se avessero fatto quanto promesso, mentre il voler essere sempre i primi della classe, perfezionisti, ci ha messo in una condizione difficile dal profilo negoziale, non potevamo più chiedere molto ad altri Stati come l'Italia. Sui dossier ha sempre però dimostrato una grande competenza, una conoscenza tecnica notevole. Dal profilo politico è sempre stata debitrice al centrosinistra che l'aveva eletta e confermata, e questo dovere di riconoscenza si è visto nelle scelte di accelerare alcune procedure, quando sarebbe stato auspicabile rallentare per vedere cosa accadeva a livello internazionale».