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Cronaca
04.11.2015 - 09:120
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

L'appello delle Officine, «Politica, aiutaci: le FFS devono rispettare gli accordi»

I lavoratori hanno approvato una risoluzione che chiede alle forze politiche di farsi portavoce presso le Ferrovie per far rispettare i patti. Le ore lavorative invece scendono e sono a rischio posti di lavoro. «Ci cuociono a fuoco lento»

BELLINZONA - Non solo l'incontro con Christian Vitta e Marina Carobbio. I lavoratori delle Officine di Bellinzona chiedono ufficialmente, con una risoluzione, alla politica di fare in modo che le FFS rispettino quanto sottoscritto un paio di anni fa. Ovvero, che i volumi di lavoro non sarebbero diminuiti, garantendo una transizione indolore negli anni necessari affinché il Centro di competenza possa diventare efficiente. E invece, le ore lavorative annuali sono passate da 470mila nel 2012 a 430mila nel 2013 a 350mila nel settembre 2015, e con il "Progetto fabbrica" potrebbero arrivare a 300mila. «Ciò comporterebbe gravi conseguenze dal punto di vista occupazionale», ha affermato nella conferenza stampa convocata dopo l'assemblea del personale Gianni Frizzo, senza giri di parole. Lo storico leader dello sciopero del 2008 (e di "Giù le mani") aveva denunciato sul nostro portale tempo fa di temere per la sopravvivenza stessa delle Officine. «Possibile che qualcuno non possa fare un’inchiesta approfondita sulla situazione? Noi abbiamo prodotto chili di documenti; ma da soli non ce la facciamo... Le Officine non sono solo affar nostro; è un bene collettivo». Quella del franco forte è, per Frizzo, solo una scusa: i volumi di lavoro, volendo, ci sarebbero. Le FFS dovrebbero solo rispettare quanto pattuito. «Se non ci sarà più lavoro» ha attaccato Ivan Cozzaglio, del Comitato di difesa delle Officine, «sarà solo per volontà delle FFS; che in altre situazioni hanno invece dimostrato che quando vogliono, la strategia la cambiano e sono disposte a investimenti anche cospicui. Se nel 2008 volevano gettarci nell’acqua bollente, ora ci stanno cucinando a fuoco lento». La preoccupazione è tangibile. Si vedrà se la risoluzione all’indirizzo di autorità politiche (Consiglio di Stato, Deputazione ticinese alle Camere, Municipio di Bellinzona), di Direzione e Consiglio di amministrazione FFS, con la quale si chiede sostanzialmente il rispetto degli accordi firmati servirà a qualcosa. Per ora Frizzo non parla di sciopero, ma dalla Officine non negano di essere pronti ad agire di conseguenza se nulla dovesse migliorare.
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