«Non sono deluso, era già scritto prima della riunione del gruppo parlamentare. Non è il popolo che decide, ci sono degli interessi enormi e delle strategie. Io mi sono messo a disposizione del partito, ho fatto il mio dovere. Perché penso che era già tutto deciso? Lo so (ride, ndr). Sono nella direzione del partito e so alcune cose. Il partito voleva questo ticket e l'ha avuto, per far sì che gli altri non potessero dire di non avere una vera scelta: ci sono tre profili di candidati diversi. Hanno avuto paura che io potessi essere eletto, scegliendo qualcuno come me che sa trattare e costruire un'immagine ed è noto anche fuori dalla Svizzera, e che oltretutto conosce molte lingue. Ero pericoloso, dunque non avevo chance. Va bene così, se fossi stato eletto sarebbe stato un problema lasciare il seggio in Consiglio di Stato nel Vallese, è l'unico che abbiamo. Parmelin, ad esempio, non si è voluto candidare nel Canton Vaud, anche se non tutti lo sanno... ».