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Cronaca
14.01.2016 - 13:380
Aggiornamento: 21.06.2018 - 14:17

Il ritorno di Ferrazzini. «Pintus, più umiltà e meno mondanità. Io punterei su Dosi»

L'ex vice sindaco si candida per il Consiglio comunale e ne ha per tutti. «Gli otto anni di Colombo hanno devastato i liberali. Pantani sindaco? Comandava già lei»

CHIASSO - Dopo 14 anni, torna sulla scena politica chiassese Marco Ferrazzini, ex vice sindaco. Sarà in lista per il Consiglio comunale, ed ha deciso di mettersi di nuovo in gioco non ritenendosi soddisfatto di quanto fatto dai socialisti, e dalla municipale Patrizia Pintus in particolare, nell'ultimo quadriennio.Signor Ferrazzini, come mai ha deciso di rimettersi in gioco?«Fino a ieri sera non avevo nessuna intenzione di tornare, poi sono stato all'assemblea della sinistra e, visto come vanno le cose, ho pensato che fosse meglio che si mettesse a disposizione qualcuno con un po' di senso politico. Purtroppo c'è anche gente valida che non osa però farsi sentire. Ritengo comunque di poter dare ancora il mio contributo in questi anni, non mi vedo poi così decrepito (ride, ndr.)! Noto che anche negli altri gruppi c'è una desertificazione di candidati e pure della concezione politica che avevamo noi della nostra generazione. Tanti giovani negli ultimi anni si candidano, è vero, però il modo in cui vedevamo noi la politica non è tutto da buttare. Oggi c'è paura del confronto e del sano litigio, quando serve». Si è scontrato con la municipale uscente Patrizia Pintus. Che cosa non le è piaciuto?«Ritengo abbia avuto un quadriennio di totale subalternità alla maggioranza composta dai liberali e dalla Lega. Sono dell'avviso che non avrebbe più il diritto di sedere in Municipio. Lo dirò apertamente anche in campagna elettorale, non ha rappresentato i valori della sinistra. Non si è mai smarcata dalle scelte impopolari fatte da questa maggioranza. Credo che la maggior parte delle persone di sinistra condividano questa idea, ma c'è una certa ritrosia a dirlo. Pintus porta a sua difesa ciò che ha realizzato negli ultimi quattro anni nel suo dicastero, però sono cose normali. La politica non è solo realizzare aule speciali o mostre, che bene o male tutti possono fare, bensì rappresentare idee e ideali. In due referendum la sinistra si è schierata coi referendisti, vincendo, lei invece ha sostenuto la parte opposta. Le bastava autoglorificarsi con la presenza alle mostre, alla mondanità politica. Come elettore di sinistra pretenderei altro dalla municipale, l'ho detto in faccia anche alla stessa Pintus. Vorrei più umiltà e meno mondanità». C’è qualcuno all’interno della sinistra che vedrebbe come municipale?«Secondo me il presidente di sezione, Davide Dosi, è la persona su cui puntare».Cosa pensa della lista dei liberali?«Penso quello che pensano tutti. Hanno fatto fatica a trovare gente di una certa caratura che si mettesse a disposizione. I due quadrienni di Colombo, non solo per colpa sua ma soprattutto del partito, hanno devastato i liberali. Si è dato spazio solo alla popolarità del sindaco, a livello anche di populismo, e non si è curata la qualità della politica».Chi di loro può ricoprire la carica di sindaco?«Chiunque può farlo, però nei 35 anni in cui faccio politica ho sempre visto sindaci di una certa caratura, e servirebbe qualcuno che sappia ridare il prestigio perduto al Comune di Chiasso, mentre qui dentro non vedo nessuno del genere. Lo dico apertamente, il candidato uscente, Bruno Arrigoni, è una brava persona ma non mi sembra che sia adatto. Dal profilo della popolarità potrebbe essere sindaco la signora Pantani».Infatti Roberta Pantani insidia la poltrona liberale. Ma per voi di sinistra non sarebbe positivo avere un sindaco leghista… .«Non so cosa cambierebbe rispetto a questo quadriennio, il Municipio è sempre stato comandato dalla signora Pantani. I liberali non sono stati capaci di far valere la loro maggioranza proponendo una politica loro, hanno fatto del piccolo cabotaggio per quattro anni, un po' succubi della presenza fisica, dell'allure della signora Pantani».È contento invece della vostra alleanza coi Verdi, dopo un quadriennio divisi?«È qualcosa di normalissimo, è una questione di convergenze naturali. Siamo in una città piccola, abbiamo difficoltà a trovare candidati tutti, e abbiamo delle affinità a livello di visioni».
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