«Per principio sono contrario, perché il paese perde l'identità. Poi è un fattore storico: ogni Comune ha la sua storia, fin dal Medioevo, quando si chiamavano Vicinati con una notevole autorità, sia ai tempi dei Visconti e degli Sforza sia quando vi erano i 12 cantoni. Nel 1972 ho vissuto sulla mia pelle la prima fusione a Castagnola, che era uno dei Comuni più fiorenti e meglio organizzati. Pensi che c'era tutto, dalla polizia alle scuole, dalla squadra giardinieri all'asilo. E per una questione politica Lugano, che era il pezzettino vicino al lago sino allo stadio, aveva una maggioranza liberale che stava perdendo consensi, si è rivolto a Castagnola, dove c'erano diversi municipali liberali. Non c'era informazione, non c'erano dibattiti, si votò dicendo che il moltiplicatore sarebbe salito. Dopo trent'anni, Lugano ha cominciato a sedurre altri Comuni, offrendo il paradiso terrestre. Ci sono però malcontenti, lo vedo facendo il giardiniere, si dice "una volta si stava meglio"».