«Esatto. La soluzione l'avrei: metà struttura all'ATTE, che la fa vivere di giorno, e l'altra metà ai molinari, che la animano di notte. La biodiversità è anche il Molino. C'è il LAC di lusso e di alto livello, manca qualcosa di mezzo, ma la diversità è fatta di tante cose e di diversi colori. Non si possono terrorizzare gli autogestiti. Ora tutti sono sull'attenti e ogni scintilla divampa, è peccato perché il dialogo sarebbe la cosa migliore. Quando guardi gli altri dall'alto in basso crolla tutto, e io penso sia sbagliato. Non c'è nessun posto come il Molino, dove passano 3-4000 giovani a weekend, dove ci sono sempre musica e gente. Conosco chi frequenta, trascorrono serate bellissime a chiacchierare e sentire musica, è un luogo unico e non temo diventino drogati andando lì».