«Dal Frontaday noi ci aspettavamo riscontri positivi dalla politica. In quella occasione, i politici presenti avevano confermato in pubblico la loro adesione alle nostre richieste la promessa di fare gruppo per aiutare i lavoratori frontalieri ad evitare sia la doppia imposizione sia il pagamento del Sistema sanitario nazionale (SSN). Tutto ciò non è stato mantenuto, anzi abbiamo visto solo scambi di accuse tra governo e regione Lombardia, allo scopo di indirizzare i frontalieri verso una scelta politica in vista delle elezioni di giugno. Da qui nasce l'esigenza di una svolta nei rapporti tra questa Associazione, il gruppo Facebook Frontalieri Ticino, che conta 8'200 iscritti, e la politica italiana: non più una sorta di fiducia condizionata, bensì una diffidenza palese, che porterà ad intraprendere, dopo la manifestazione del 2 aprile a Ponte Tresa, forme di lotta che avremmo preferito evitare, e alle quali ci stanno costringendo».