«Non mi pare affatto che il Ticino sia solidale con i frontalieri. Ci proveremo ancora sperando in una maggiore adesione e coesione da parte di tutti. Dobbiamo stringere contatti con le Amministrazioni locali e reperire punti di incontro per eventuali assemblee, creare quindi capillarmente una base dalla quale avere risposte precise e puntuali. Come si è potuto constatare, abbiamo troppi nemici da combattere, gli "avversari", hanno organizzato la sera prima e altri il giorno stesso, altre manifestazioni, giusto per evitare che la nostra manifestazione divenisse il centro dell'attenzione, nella data preposta. Ora è tempo di ricominciare a guardare al futuro e dimenticarci di questo passo falso. Abbiamo ancora un'arma in pugno, quella delle prossime elezioni e noi ricorderemo molto bene, chi sono gli amici e chi sono i nemici da evitare. Chi vorrà il voto dei frontalieri, dovrà prima e non dopo, portarci risultati tangibili».