«Mi sono reso conto che in questo periodo "especial" di campagna elettorale italiana tutti si ergono a difensori dei lavoratori frontalieri, giustamente perché è una categoria che merita rispetto, ma a parte le parole non vengono usati strumenti reali. Difendere significa permettere ai lavoratori di ammortizzare nel miglior modo possibile il carico fiscale che si andrà a creare per il nuovo accordo. Esso è parzialmente assoggettabile all'Irpef, per cui è stato creato un ammortizzatore dato da una franchigia di 7'500 euro oltre alla possibilità di dedurre tutti gli oneri compreso il secondo pilastro e un'armonizzazione dell'entrata in vigore. Come sindacato, ci stiamo impegnando affinché la franchigia sia magari di 10 mila euro e che l'entrata in vigore non sia in 10 anni ma in 15. I lavoratori però dovrebbero pagare anche l'addizionale comunale e quello regionale, ovvero ulteriori imposte che attraverso i ristorni non hanno mai pagato. Il nostro impegno sindacale è di mantenere i ristorni, d'altra parte chi dice di difendere i frontalieri e organizza incontri per portare alla luce i problemi non fa proposte. E allora la facciamo noi: visto che vi garantiamo i riscontri con il nostro impegno sindacale, pare ci sia anche quello di Roma, non capiamo perché voi non vi impegnate a far sì che i frontalieri siano esonerati dall'addizionale regionale e comunale. Roma si impegna a ridurre le imposte, però non vediamo Regione Lombardia e amministrazioni comunali andare nella stessa direzione, rischiando di incassare ristorni e addizionali: la beffa sarebbe da parte loro!»