CRONACA
Brexit, quanto mi costi!
La Banca Nazionale è intervenuta con una politica aggressiva per far sì che il franco non si rafforzasse troppo già nella settimana precedente il voto in Gran Bretagna

BERNA - Brexit è costato caro, e non è un eufemismo, alla BNS. La Banca Nazionale Svizzera aveva reso noto di essere intervenuta subito dopo l'annuncio del risultato del referendum in Gran Bretagna, utilizzando quasi 5 miliardi di franchi per impedire l'eccessivo rafforzamento del franco. Ora si è saputo che la BNS non è stata a guardare nemmeno nella settimana prima del voto, anche se le previsioni optavano per un "remain". Gli averi in conto giro di quella settimana hanno infatti visto una crescita di 6,8 miliardi di franchi a 430,3 miliardi, mentre gli averi a vista (ovvero incluse Confederazione e istituzioni estere) sono aumentati di 6,3 miliardi a 507,5 miliardi. Questi dati sono collegati all'acquisto di valuta estera, la strategia messa in atto dalla Banca Nazionale per indebolire il franco. Essa acquista infatti euro e li accredita in franchi alle banche. Il franco diviene spesso una moneta rifugio, ma l'intervento della Banca Nazionale, seppur oneroso, ha fatto sì che dopo i primi giorni di incertezza, con l'euro sceso fino a 1,0624 franchi, la situazione si stabilizzasse (attualmente, il cambio è attorno a 1,08). Da ricordare è che con un apprezzamento di un centesimo del franco contro il dollaro la BNS perde circa 2 miliardi di franchi e ne perde circa 2,3 miliardi in caso di apprezzamento di un centesimo contro l’euro. Bisognerà però valutare se la BNS potrà eventualmente sostenere a lungo termine una strategia aggressiva, dato l'elevato rischio collegato alle riserve in divise estere. Ogni variazione verso l'alto del loro livello, già molto elevato, può causare perdite (o guadagni) all'istituto nazionale.

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