CRONACA
Prossimi alla firma? L'Italia dice no...
L'ambasciatore italiano a Berna scrive al Corriere del Ticino, smentendo le dichiarazioni ottimistiche di Maurer. «Non ci sono le premesse per procedere alla firma dell'accordo»
BERNA - Svizzera e Italia non sono affatto vicine alla firma dell'accordo sui frontalieri, come sostenuto da più parti e confermato da Maurer. Il Consigliere Federale aveva sostenuto che con gli omologhi italiani «si parla la stessa lingua», facendo intendere che gli ostacoli relativi al casellario giudiziale (come già detto anche dal Governo ticinese) e all'albo dei padroncini fossero risolti.Invece l'ambasciatore italiano a Berna, Marco Del Panta, è rimasto estremamente sorpreso di quanto letto sul Corriere del Ticino ieri ed ha invitato una missiva al giornale. «Sentito il Ministero dell'Economia e delle Finanze, posso affermare che il contenuto del colloquio fra i due Ministri (Maurer e Padoan, ndr) è stato ben diverso». Infatti, ricorda, l'Italia aveva posto alla Svizzera due condizioni: «una soluzione al referendum sull'immigrazione di massa che sia compatibile con i trattati che legano la Svizzera all'UE, e la cessazione di misure discriminatorie».Dunque, «allo stato attuale non ci sono ancora le premesse per procedere alla firma dell'accordo».Come noto, infatti, sull'applicazione del 9 febbraio si sta ancora discutendo. Sul tavolo ci sono l'ipotesi di un'entrata in vigore unilaterale come proposto dal Consiglio Federale, testo ora al vaglio della commissione competente del Nazionale, e piace a molti la clausola ticinese di Vitta e Ambühl. Quanto alla richiesta del casellario giudiziale, il Governo ticinese ha prolungato di un anno la misura, impegnandosi a cercare una soluzione compatibile con la libera circolazione.Intanto la firma dell'accordo, inizialmente prevista per giugno, slitta.
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