CRONACA
Un turista ticinese, «siamo in guerra aperta. La tensione è palpabile, la gente non ne può più»
È in vacanza a 12 chilometri da Nizza. «Non si sa nulla di certo, forse l'attentato è una vendetta per delle critiche del sindaco sull'Islam. Dopo gli Europei, la popolazione era abbastanza tranquilla»
ANTIBES - L'attentato di Nizza che, ancora una volta, ha sconvolto il mondo, ha fatto anche una vittima ticinese, la 54enne Linda Casanova. Altri ticinesi sono in vacanza in Costa Azzurra, e abbiamo raggiunto telefonicamente un turista, da una settimana circa ad Antibes con la moglie e il nipotino. «Tutto bene? A parte quello che è successo ieri...», esordisce subito quando risponde.
Volevamo infatti parlare di quello. Dove eravate quando è avvenuto l'attentato?
«Noi siamo a 12 chilometri. Abbiamo cenato in un ristorante, poi eravamo un po' stanchi, soprattutto il bambino piccolo, e dunque siamo tornati a casa. Oltretutto, noi vediamo i fuochi di Nizza dal balcone per cui non valeva la pena andarci. Abbiamo acceso la tv, e a un certo punto hanno cominciato a dare la notizia di un camion sulla folla. In un primo tempo le notizie erano frammentarie, si parlava di una decina di morti poi il bilancio è salito. La gente era molto agitata, giustamente. Penso che chi era in zona Nizza ha vissuto un grande spavento. Una vittima ticinese? L'ho sentito, ci sono parecchi svizzeri e ticinesi che vanno le vacanze qui. Immagino che i morti siano di varie nazionalità».
Com'era il clima questa mattina?
«Stamattina sono andato a comprare un paio di cose in un supermercato e perquisivano tutti coloro che entravano, c'erano due agenti, non so se della sicurezza pubblica o privata. L'allarme c'è, soprattutto nei luoghi di assembramento come i grandi supermercati».
C'è più paura o rabbia?
«La tensione si palpa nell'aria, assieme alla paura. E non se ne può più, la gente dice "adesso basta", anche se non so cosa può voler dire in un futuro. Non si può andare avanti in questo modo, bisogna aver paura di qualsiasi cosa».
Pensate di rimanere lo stesso sino alla fine delle vacanze o avete paura e quindi desiderate rientrare in Ticino?
«Antibes è un po' più tranquilla, non ci sono momenti di grande assembramento, a parte il Festival del jazz. Ciò che preoccupa di più è il tipo di attentato: è imprevedibile! Con l'intelligence si può trovare chi prepara una bomba ma chi può prevedere un camion sulla folla? Il grande timore della gente e delle autorità è questo. Purtroppo siamo in una situazione, soprattutto per la Francia, di guerra aperta, inutile girarci attorno».
In questo giorni si avvertiva paura di un attacco dell'ISIS?
«Onestamente no, era tutto tranquillo. La gente ha avuto paura durante gli Europei, passati quelli il Primo Ministro intimava attenzione però il momento topico sembrava trascorso. Ieri si pensava, eventualmente, alla possibilità di un attentato a Parigi, ma era blindatissima. L'attentatore è un tunisino che viveva a Nizza, pare abbia gridato "Dio è grande" però non si sa se sia collegato all'ISIS, notizie certe non ne danno. Dicono che il sindaco di Nizza era stato molto critico verso l'Islam e dunque che questa sia una vendetta, però appunto non vi è nulla di sicuro».Nella foto: una delle immagini simbolo della strage, il corpo coperto di una bambina con a fianco la sua bambola
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