«È un problema generale e tecnico, la politica del Ticino deve decidere cosa vuol fare da grande. Qual è il problema degli indigeni? Se si risolve quello, si tolgono tutti i mal di pancia. I frontalieri sono 65 mila più o meno, in Ticino le persone in disoccupazione o in cerca un lavoro sono circa 14 mila. Se 50 mila persone non entrano ogni giorno dall'Italia a svolgere mansioni, che possono essere il fruttivendolo, il gestore, chi lavora in una gioielleria o al Fox Town, mancherebbero. Però in Ticino c'è una classe di imprenditori che sono diventati prenditori: il problema è il frontaliere che viene a lavorare a 3'500 franchi o il fatto che i ticinesi non riescono più a vivere con certi salari? Gli affitti, per esempio, sono saliti in modo importante, la cassa malati è un costo altissimo, ma gli stipendi sono sempre gli stessi. Però con chi se la prendono? Non col sistema economico che con politici miopi ha portato a questo, bensì la colpa è del "maiaramina" che ruba il lavoro... Invece dicono a un giovane di lavorare per 1'800 franchi, è un problema del frontaliere o di chi non permette una determinata gestione del tutto?»