, presidente dell'UDC, si è sentito chiamato in causa, e ha inviato alla redazione de "Le Iene" una lunga lettera, che inizia dicendo come lo scopo del servizio è stato solo di incentivare la polemica. «I lavoratori frontalieri da molti decenni sono una componente importante per l’economia del nostro Cantone. Sono sempre stati impiegati, a piena soddisfazione di entrambe le parti, in quei settori dove la manodopera locale era insufficiente. La manodopera frontaliera è sempre stata complementare ai lavoratori residenti. Purtroppo, con l’avvento della libera circolazione delle persone – accordo stipulato dalla Svizzera con l’UE all’inizio degli anni 2000, nel contesto degli accordi bilaterali - la manodopera estera, sempre più numerosa e qualificata è andata viepiù sostituendo i lavoratori residenti. I motivi sono chiari, i lavoratori frontalieri possono permettersi di percepire salari di molto inferiori – almeno della metà – rispetto a chi vive sul territorio, che deve evidentemente sostenere costi della vita più alti (almeno del doppio rispetto a Lombardia e Piemonte). Aspetto tra l’altro evidenziato anche nel vostro servizio», ha poi spiegato. «Questo fenomeno ha portato all’aumento delle persone in disoccupazione e a carico dell’assistenza pubblica a livelli allarmanti (circa il 7% secondo dati ILO). Il nostro Cantone st di fatto emarginando i lavoratori residenti per favorire i lavoratori frontalieri. Ciò è poco intelligente e lungimirante e alla lunga provocherà derive sociali importanti. L’iniziativa in oggetto non è dunque contro i frontalieri, ma semmai in favore dei lavoratori residenti (non solo svizzeri ma anche stranieri residenti)».Ha riassunto i punti cardine di "Prima i nostri", ricordando il numero di frontalieri impiegati in Ticino, i contributi versati all'Italia. «L’Italia è l’ultimo Paese che può dare lezioni alla Svizzera. Da noi la democrazia funziona tutto sommato piuttosto bene, i nostri politici cantonali e federali sono eletti dal popolo, non da poche persone che gestiscono una Nazione come se fosse la loro», ha infine terminato, annunciando che il Ticino si impegnerà a far applicare l'iniziativa, convinto che essa migliori anche il clima di tensione fra italiani e svizzeri.