«Il modello proposto per la Svizzera potrà assolutamente essere rivisto e modificato, sia per tener conto dei risultati del progetto pilota finlandese sia per definire l’importo del reddito di base e le fonti del suo finanziamento. Questi elementi non figuravano nell’iniziativa posta in votazione nel giugno 2016, dato che si è votato solo sul principio costituzionale di versare un reddito di base incondizionato a tutta la popolazione residente stabilmente in Svizzera. L’esperimento finlandese ha tuttavia due limiti importanti, che potrebbero ripercuotersi sui risultati negativamente. Da un lato, la sua durata è molto breve e potrebbe non incentivare sufficientemente le persone disoccupate a trovare un lavoro, sapendo che dopo la fine del 2018 potrebbero perdere questo reddito di base se l’esperimento non fosse prolungato nel tempo. Dall’altro lato, il fatto che questo reddito di base è versato a soltanto 2000 persone, in un paese di oltre 5 milioni di abitanti, con un tasso di disoccupazione attorno al 9%, non permette veramente di immaginare quale sarebbero i risultati sul piano macroeconomico se l’esperimento fosse esteso all’insieme dei disoccupati e poi magari a tutta la popolazione».