Nessun segno sul corpo di Fabrizio. Per Alexander, "un complotto di securini alle mie spalle"
Il primo referto medico non avrebbe evidenziato tracce di pugni, anche se essi non sempre ne lasciano. Per il giovane, l'accusa potrebbe diventare di omicidio colposo e non più intenzionale
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GORDOLA – “Un complotto di securini alle mie spalle”, è quello che afferma Alexander, il 21enne in carcere per aver causato la morte del 44enne Fabrizio fuori dalla discoteca “Rotonda” di Gordola. Il giovane ha sempre negato di aver colpito l’uomo.
Una svolta alle indagini, anche se è ancora prematuro esserne certi, potrebbe arrivare dai risultati del primo referto medico. Sul corpo dell’uomo deceduto, come riportaIl Caffé, non ci sarebbero infatti segni di violenza, di un pugno forte abbastanza da farlo cadere, picchiare la testa e morire poi all’ospedale poche ore dopo.
Il giovane accusato, come detto, ha sempre respinto ogni addebito, mentre sia gli amici di Fabrizio che l’agente di sicurezza della discoteca hanno testimoniato che l’uomo è stato colpito.
Va precisato che non sempre un colpo lascia un segno visibile sul corpo, ma che cosa potrebbe cambiare, se anche da esami successivi venisse confermato che non vi sono tracce di colpi? Si alleggerirebbe la posizione di Alexander, che verrebbe accusato di omicidio colposo e non più intenzionale.
Una morte, comunque, che rimane assurda, e a cui, a giorni dalla tragedia, è ancora difficile dare una spiegazione.
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