“A livello personale, come allenatore, non dico mai cosa penso a livello politico. Non lo deve fare neppure un presidente o un calciatore, siamo degli esempi per tanti bambini, che poi magari vedono la nostra opinione e vogliono seguirla. Non va fatta confusione fra gli ambiti, la politica e lo sport sono in due direzioni opposte, anche se la politica è nel calcio, qualcosa che mi fa male. Il calcio è un business, la gente paga, ma noi che ci siamo dentro non dobbiamo mostrare il nostro pensiero, solo lavorare per far divertire i tifosi, con un sentimento di squadra”. Un invito, velato, forse, a fare altrettanto ad altri attori del mondo sportivo.