Non è vero, dunque, che il caldo eccezionale ha aiutato, anzi: o meglio, ha dato una mano alla qualità e non alla quantità L'estate torrida e secca, la terza più calda dall’inizio delle misurazioni, da un lato ha ulteriormente ridotto la produzione, dall'altro ha consentito di anticipare la vendemmia e ha favorito la buona qualità delle uve. Ha causato un massiccio stress idrico tradottosi in acini più piccoli e meno succosi, ma con un elevato tenore naturale in zucchero. La qualità delle uve è pertanto risultata molto soddisfacente.