Ma non tutti coloro che hanno conosciuto l’enorme dolore di perdere una persona in un attentato riescono ad allinearsi e a dire “non mi avete fatto niente”. Anzi. La cufine di Linda Casanova, la ticinese morta a Nizza nel 2016, è furibonda e scrive una lettera a liberatv.ch. “Perché chiunque abbia perso una persona amata in una guerra o in un attentato ha perso molto e gli è stato tolto un pezzo di cuore!!! Aveva tutto e si è ritrovato con niente… Chi sopravvive e chi resta deve avere una forza smisurata per non crollare nel vortice dell’odio, deve lottare per non cedere al panico di trovarsi in mezzo alla gente a qualche manifestazione o festa, deve concedersi di lasciarsi svuotare dalla disperazione ed avere la pazienza che il tempo accarezzi questa profonda ferita. Questo voi lo definite niente?”, chiede. “Il dolore di perdere una persona amata in modo così brutale ed incomprensibile. La sua assenza, il vuoto che lascia, i ricordi, la chiazza di sangue sulla Promenade des Anglais restata lì per qualche mese ed il sapere che nei momenti che precedevano la morte, questa persona era sola, senza la sua famiglia, senza chi l’amava e che non l’avrebbe più rivista tornare…”.