Ecco il suo post social: “Sono sempre stata contraria al fatto che si vada a fare la spesa fuori confine. Confesso però che mi sto ricredendo perché, ragionando su questo fatto, sono arrivata alla conclusione che i Grandi Distributori non pagano imposte in Ticino, se non quelle miserie di imposte immobiliari. Inoltre i loro dipendenti sono per la maggioranza frontalieri. Quindi sono giunta alla conclusione che chi fa la spesa in Italia non è che contravvenga a chissà quale principio di sostegno all'economia ticinese. Inoltre capisco che per chi ha una famiglia, la differenza in soldoni sia davvero importante. In Ticino costa tutto troppo: dai negozi ai ristoranti, dove paghi una 8 franchi una bottiglia di acqua. I Grandi Distributori dovrebbero perlomeno ridurre i prezzi delle derrate alimentari di prima necessità: pasta, riso, zucchero, bibite, e altro ancora, per porre rimedio al fuggi fuggi… La mia famiglia è piccola, siamo in due persone e quindi posso anche evitare di farmi il viaggio per la nostra piccola spesa, ma in effetti quando vado in un supermercato in Ticino devo constatare che certi prezzi sono allucinanti. Mi dispiace davvero, ma non si può colpevolizzare chi cerca di sbarcare il lunario…. la soluzione va ricercata nel cartello della lobby delle Grandi Catene di Distribuzione. Altrimenti non riusciremo mai a porre freno a questa emorragia di cifra d'affari”.