CRONACA
La rabbia del Tra. "Avete rotto, volete un paese senza palle, un dormitorio. Perché non valgono le stesse regole per il Mojito?"
"Nessuno qui è amico di quelli che contano, se non hai milioni da gestire e amici nei posti giusti, è difficile sopravvivere", è il commento amareggiato di chi ha assistito alla retata con 10 volanti della Polizia durante una riunione di un gruppo di donne. Attesa la multa per... le sedie!
Foto Facebook
LUGANO – Se non hai gli amici giusti, se parli di temi che danno fastidio, a Lugano fatichi. È quello che affermano gestori e persone vicine al Biblio Café Tra. Cosa è successo? In sostanza, sono arrivate una decina, suppergiù, di volanti della Polizia, mentre era in corso una riunione promossa dal comitato femminista “l’8 ogni giorno”. Il tema era la possibilità di organizzare o meno uno sciopero, sulla scia di quanto promosso e voluto in Svizzera Interna.

Se sia per quello o per altro, non è dato per ora sapersi. Ma la rabbia è tanta, come si legge sui social.

“Che sia difficile sopravvivere e far funzionare le cose, dal punto di vista economico, è un dato di fatto. Se non hai milioni da gestire e amici nei posti giusti, intendo. Si cerca di barcamenarsi, si avvia un’attività propria, si campa”, si legge, fra l’amarezza generale. “Che un locale a Lugano debba ricevere la visita di decine di poliziotti con 10 volanti, debba vedersi ritirare i documenti di tutti gli avventori, aspettare che questi documenti vengano portati in centrale (!) per accertamenti, debba vedere una donna incinta vomitare in bagno e non poter uscire...e dover aspettare più di 2 ore per potersene andare...ne ho viste di cose, ma così mai”

“Quando si parla di legalità, di rispetto delle leggi, di gerenza, gabinetti conformi, massima capienza, si cerca dove fa comodo, dove non si hanno le spalle protette. Come mai al Mojito non bisogna rispettare queste regole? Dove sono i bagni? Il gerente? Il controllo di capienza? I minorenni? L’igiene?” è l’attacco, con obiettivi precisi. Perché loro no e noi sì, insomma.

“Ma guai, al Tra nessuno è amico di quelli che contano. Si parla di solidarietà, di politica (quella che da fastidio), di principi, di lotta sindacale, di donne. Fate passare la voglia, davvero. Vi riempite la bocca di parole come “libertà individuale”, poi non ci lasciate nemmeno lavorare per campare. Fate di tutto per renderci il lavoro difficile, fate cadere le braccia, davvero. Volete un paese senza palle, un dormitorio, volete solo che ci si rintani in casa a guardare la tv, o, se va bene, che si frequenti luoghi vips dove per bere un bicchiere di vino devi sborsare 9 franchetti. Chissà perché le retate non le fate nei posti “giusti”. Avete proprio rotto”.

Tutto causato dalla riunione femminista, peraltro tranquilla? Non si sa, ma stando al gerente che ha parlato a tio.ch, sono state contate le sedie che si trovavano all’esterno: più del consentito, perché  “in questo periodo capita spesso che i clienti prendano una sedia dall’interno e la portino fuori”. E se di solito gli eventi dell’estate luganese tolgono clienti, quando essi ci sono per qualcosa organizzato in loco, accade questo. Al Tra sono arrabbiati e sconcertati.

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