CRONACA
"FFS, va tutto bene". Sommaruga risponde così alle sollecitazioni arrivate dal Ticino
A scriverle una lettera a giugno era stata l’Associazione per la difesa del servizio pubblico, che aveva chiesto anche un incontro. "Il tentativo di sensibilizzazione non è andato a buon fine: servono iniziative parlamentari o popolari"

BELLINZONA – Simonetta Sommaruga non verrà in Ticino a discutere della situazione delle FFS. Glielo aveva chiesto in una lettera a giugno l’Associazione per la difesa del servizio pubblico, che faceva notare cosa a suo avviso non va nei treni svizzeri.

In particolare, si sottolineavano dei provvedimenti per ridurre i prezzi nonché la necessità di tornare a una gestione da parte del servizio pubblico delle FFS, per ovviare anche a ritardi, affollamento, incidenti.

E Sommaruga? Ha risposto alla missiva a fine luglio con una lettera che l’Associazione ritiene “comunicazione circonstanziata. Essa precisa, tuttavia, che i problemi di capacità e di puntualità derivano dall’aumento del volume di traffico e non da problemi di gestione. Essa, precisa, rimangono in ogni modo “a un livello accettabile per la clientela”.

“Per quanto riguarda i prezzi Sommaruga afferma che “prezzi equi e ragionevoli nel trasporto pubblico presuppongono che i costi non lievitino oltre misura. Globalmente, tuttavia, sottolinea la presidente della Confederazione, ritengo che l’azienda delle FFS e il trasporto pubblico in Svizzera si stiano muovendo nella giusta direzione”, si leggeva ancora.

“Come si può constatare, quindi, la direttrice del DATEC ritiene che tutto va sostanzialmente bene. Che non sia necessario nessun particolare intervento. Nessun accenno nemmeno ai problemi derivanti dalla privatizzazione parziale del traffico merci, il cui volume è addirittura diminuito negli ultimi anni in favore del traffico su gomma, in manifesto contrasto con i principi ripetutamente affermati da tutti, di ridurre il traffico motorizzato”, fa notare l’Associazione.

Che non molla: “Il nostro tentativo di sensibilizzare la direttrice del DATEC a consacrare una maggiore e diversa attenzione alle FFS non ha avuto successo. Per cambiare, occorrono probabilmente altri strumenti: iniziative parlamentari o meglio ancora iniziative popolari. Un’ultima annotazione: con la nostra lettera avevamo proposto un incontro in Ticino per poter affrontare meglio la questione. Questa richiesta non ha ricevuto nessuna risposta”.

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