CRONACA
Covid, i guai spesso arrivano sei mesi dopo: porta a danni al cervello
Lo prova uno studio dell’Università di Brescia e dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, che ha identificato cosa succede a chi contrae il virus

BRESCIA/MILANO  - Il Covid lascia conseguenze a lungo termine sulla salute di chi lo contrae? Da tempo si pensa di sì, del tema si è occupato uno studio dell’Università di Brescia e dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, pubblicati sulla rivista Neurological Sciences e resi noti durante un webinar organizzato dall'ateneo bresciano.

Il Coronavirus porterebbe a danni al cervello, che colpiscono addirittura il 70% dei pazienti che si ammalano. Il virus causerebbe delle alterazioni della morfologia cerebrale, le quali creano  disturbi di memoria, concentrazione, del sonno e stanchezza cronica (nel 34% dei casi) e dell’umore, con depressione e ansia, oltre a dolori muscolari. In particolare colpiscono i più giovani e gli anziani.

"Mentre i sintomi respiratori e metabolici hanno un picco durante la degenza e tendono a ridursi fino a stabilizzarsi una volta usciti dall’ospedale, i disturbi neurologici e psichiatrici hanno un andamento opposto e iniziano ad aumentare una volta risolta la fase acuta dell’infezione". ha spiegato presidente eletto Società Italiana di neurologia e responsabile dello studio COVID Next e co-coordinatore scientifico del web forum, parlando di un'insorgenza dei sintomi dopo sei mesi dalla malattia, anche per chi si è ammalato in modo leggero. 

 

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