CRONACA
È Natale ortodosso e Putin ordina tregua. L'Ucraina: "Ipocrisia". Ma dietro ci sarebbe la Turchia
La Chiesa ha chiesto il cessate il fuoco per poter festeggiare la ricorrenza, il presidente russo lo ha concesso per 36 ore, scatenando l'ira di Podolyak

MOSCA – È diventata celebre, raccontata anche in diversi film, quella di Natale durante la Prima guerra mondiale. Le truppe tedesche e britanniche infatti stabilirono una tregua non ufficiale durante la festività: non solo non combatterono ma si scambiarono anche doni. Ora anche Vladimir Putin ha deciso di concedere un cessate il fuoco temporaneo per il Natale ortodosso, anche se dall’Ucraina ritengono sia solo una mossa ipocrita.

La pausa durerà 36 ore, dalle 12 di oggi, 6 gennaio, alle 24 di domani 7 gennaio. Lo ha reso noto il Cremlino con una nota.

Era stata chiesta a gran voce dal capo della Chiesa ortodossa, il Patriarca Kirill. “In considerazione del fatto che un gran numero di cittadini di fede ortodossa vivono nelle zone di combattimento, facciamo appello alla parte ucraina perché dichiari un cessate il fuoco, per dare loro la possibilità di presenziare alle cerimonie della vigilia così come del giorno della Natività di Cristo”, si leggeva in una nota.

Dall’Ucraina non ci sono però reazioni positive, anzi. “La Russia deve ritirarsi dai territori occupati, solo allora avrà una 'tregua temporanea'. Tenetevi la vostra ipocrisia”, ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.

Secondo qualche commentatore internazionale, in realtà ad avere avuto un peso sulla scelta di Putin è stata la disponibilità espressa dalla Turchia di mediare tra le parti. Erano arrivate pressioni, nelle ultime settimane, anche da parte degli USA. Per Joe Biden la tregua è un modo russo per prendere ossigeno: una visione dunque ben diversa. 

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