«Il nostro approccio è questo: sarà la rete che costruiremo che dirà se ci sarà bisogno di costituire un partito o no. Non è all'ordine del giorno nei prossimi mesi, potrebbe essere uno degli impulsi ma anche no. Non ci presenteremo alle comunali, abbiamo come termine ultimo per decidere se essere o no un partito l'inverno del 2018, quando si dovrà pensare semmai alle cantonali. Sino lì svilupperemo il messaggio e l'organizzazione e abbiamo scelto appositamente di nascere al termine di un anno elettorale. Poi, ovvio, pensiamo di fungere anche da pungolo per i Verdi, per impedire a chi prenderà in mano il partito di dimenticarsi che il gruppo in Parlamento è stato eletto sulla base di impegni ben precisi concordati con i nostri elettori. Non esiste che ora si cambi posizione sui punti come mercato del lavoro, Europa, libera circolazione, e che il gruppo in Gran Consiglio si adegui: il gruppo ha fatto un patto con gli elettori ed è l'unico che rispetterà. Se chi guiderà il partito continuerà con questo programma andrà bene, altrimenti ci sarà una rottura e l'abbiamo detto esplicitamente nell'ultima riunione di gruppo».