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29.02.2016 - 09:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Pontiggia applaude al raddoppio, per Caratti l'era UDC non è finita

Sul Corriere del Ticino, l'editoriale si concentra sul Gottardo. Per La Regione, importante il trasferimento del traffico su rotaia, e sull'iniziativa UDC in Ticino è mancato il dibattito

BELLINZONA - Giorno dopo, giorno di commenti. Le reazioni alle votazioni di ieri, fra la gioia dei vincitori e la delusione dei vinti, invade media ed anche social network. Se i temi in votazione sono sentiti come lo erano, in particolare, due di quelli su cui il popolo si è espresso, è inevitabile. Incentrati sul voto, ovviamente, anche gli editoriali dei due quotidiani, Il Corriere del Ticino e La Regione. Fabio Pontiggia del CdT parla esclusivamente del raddoppio del Gottardo, applaudendo la decisione del popolo. Due, a suo avviso, le ragioni che danno peso politico alla scelta: «l’elevata affluenza alle urne (oltre il 60% dei cittadini con diritto di voto ha voluto essere partecipe di questa decisione e non spettatore passivo o menefreghista» e «la quasi unanimità dei Cantoni per il sì: le quattro Svizzere hanno scelto la coesione nazionale, che si esprime anche attraverso l’efficacia, l’affidabilità e la sicurezza dei collegamenti stradali in tutto il Paese, massimamente di quelli con valenza internazionale». In Ticino, sottolinea il chiaro sì della Leventina e a sud del ponte-diga di Melide «l’opposizione risicata, emotivamente comprensibile (e di questo si dovrà tenere comunque conto)». Pontiggia non risparmia un attacco ai contrari, capaci di sfruttare a loro modo i documenti dell'USTRA, mentre anche il clima pesante con l'UE, «che si è mossa spesso come un elefante in un negozio di porcellane quanto al rispetto della sovranità elvetica» e i costi avrebbero potuto far propendere per il no. Per il direttore del giornale, AlpTransit e il risanamento del Gottardo sono complementari. «Non ci stancheremo di ripetere che, se fosse dipeso dagli ambientalisti contrari al Gottardo bis, nei prossimi anni non solo non potremmo risanare in sicurezza il tunnel autostradale senza isolare il Ticino, ma non avremmo nemmeno a disposizione quella che oggi loro presentano come alternativa con la quale hanno tentato, esattamente come 24 anni fa, di far vincere il no a una migliore mobilità delle persone e delle merci». «Conforta invece che il buon senso e la saggezza del popolo svizzero, nelle loro diverse declinazioni culturali e linguistiche, abbiano saputo e voluto vedere la luce in fondo al tunnel», si conclude l'editoriale. Su La Regione, Matteo Caratti spazia sui diversi temi in votazione. Del Gottardo, fa notare il netto sì dei due cantoni maggiormente interessati, Ticino e Uri, e l'«altolà momò di cui si dovrà tener conto». Guardando al futuro, «sarà importante che il risanamento non si trasformi in raddoppio effettivo. È quindi vitale che la risposta immediata a favore della sicurezza non diventi il cavallo di Troia per aprire le quattro piste". A tal proposito esorta l'Iniziativa delle Alpi ad agire sul contingente in transito. Il voto non cambia la sostanza, ovvero che «il trasferimento (su rotaia, ndr) va attuato con decisione, ed è e deve rimanere non negoziabile!». Passando all'iniziativa UDC per l'espulsione dei criminali stranieri, il sì del Ticino è dovuto per Caratti a due fattori: «la nostra natura di cantone di frontiera, con una struttura economica debole, invaso da mano d’opera estera che fa concorrenza a quella indigena, e pure cantone confrontato con possibili ulteriori flussi migratori da Sud. Da qui il riflesso accresciuto di paura e chiusura», e «il mancato decollo di dibattito chiarificatore fra i due opposti fronti che, contrariamente al resto del Paese, qui non è avvenuto, lasciando tendenzialmente i cittadini ticinesi decidere in solitaria». In effetti, se Oltralpe è stato il tema più discusso e dibattuto, qui ci si è concentrati sul Gottardo. Fine di un'era UDC? Per Caratti no. Infine, riguardo l'approvazione al tema cantonale, quello sulla legge dell'apertura dei negozi, parla di risultato «abbastanza scontato». Pur col passaggio della negoziazione di un CCL, l'apertura consentirà «a un ramo dell’economia locale delicato e troppo esposto alla concorrenza dell’offerta di confine, di respirare una boccata d’ossigeno, permettendo altresì a chi ha abitudini diverse di fare la spesa con maggior agio. Ora la palla è nel campo delle parti: sindacati e Federcommercio, con quest’ultima uscita certamente rafforzata dalle urne».
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