BELLINZONA - Un tema delicato, che fa paura. «È difficile parlarne, ma la morte arriva, nessuno è immortale, almeno nella vita terrena», ammette Jacques Ducry, uno dei più convinti sostenitori del diritto al suicidio, anche nelle strutture ospedaliere. Presume che l'iniziativa di Delcò Petralli - in discussione oggi in Gran Consiglio - non passerà ma non per questo ha intenzione di lasciar cadere il discorso nell'oblio.«Il gruppo PS è compatto sul principio, a parte un paio di esponenti che hanno perplessità sui dettagli operativi. Contesto totalmente il rapporto Morisoli-Ghisla, perché parte da una visione del mondo, delle cose, della vita e della morte molto diversa dalla mia. Rispetto l'approccio, vige la libertà di opinione e di coscienza, ma mi oppongo totalmente all'idea che una persona non possa, previo accertamento sulla sua lucidità, sui certificati medici e su ciò che è prescritto dalla legge, scegliere se vivere o morire. Da quei banchi del Parlamento, in particolare Destra e Lega (il PPD ha una visione un po' diversa), dove la libertà viene inneggiata ogni piè sospinto».