«Ha ragioni identitarie, è vero, ma l'identità, ripeto, è un concetto mobile, non ne esiste una sola ticinese. È un veicolo interessante e importante di appartenenza oltre che utile per capire, anche a livello pratico, la generazioni più anziane. Penso al Sopraceneri, in certe situazioni particolari il sapere e il capire il dialetto è un valore aggiunto di non poco conto, per esempio con gli ospiti delle case anziani, nelle malattie e nelle questioni pratiche. E c'è un bagaglio di conoscenza affidato ai proverbi, ai modi di dire, alle definizione stesse delle cose e dei luoghi, che non è andato perso ed è importante. Serve per esempio per conoscere l'urbanistica e una parte della nostra storia. Il dialetto consente un certo tipo di lettura della propria realtà».