«Esatto. Ho delle premesse teoriche, come in qualsiasi studio scientifico parto da un'ipotesi e poi la verifico. Ho fatto il medico omeopata e olicista per dieci anni, poi mi sono resa conto che l'omeopatia è un'informazione e questa informazione si può dare non solo attraverso i granuli comprati in farmacia ma anche verbalmente. Il rimedio omeopatico nulla è se non è una personalità, il male è una personalità. Questa personalità cozza con l'anima, che si lamenta di esserne imprigionata. Il contenuto della teoria omeopatica è questa, se io parlo alla personalità, gli do un messaggio diretto secondo l'anima faccio sì che essa si centri e si liberi dai disturbi. La frase deve essere limitata e centrata, di poche parole, chirurgica, come una freccia, e deve arrivare dritto al problema. La personalità non è altro che un archetipo, una coscienza deviata rispetto all'anima, rimetto in asse, a posto, l'informazione sbagliata e succedono spesso questi miracoli. Come faccio a spiegarmi se la persona che ho di fronte non conosce quello che sto dicendo? Penso a una collega medico che aveva un eczema all'occhio, dicevano che fosse allergica all'oro, si curava da mesi col cortisone, in realtà era allergica "a loro", i suoi parenti».