Nel suo lungo pezzo, parla delle connivenze, ormai note a tutti, fra scafisti e Organizzazioni non Governative: sovente i primi avvisano i secondi di dove si trovano coi barconi carichi di migranti, a cui vengono riservati “trattamenti disumani ai migranti nelle loro mani, torture per estorcere più soldi alle famiglie, carico su barconi ad alto rischio di naufragio, stupri e omicidi impuniti”. Un’unione nata per un interesse reciproco, come prosegue Dell’Ambrogio: “gli scafisti non devono andar lontano e riducono i rischi di identificazione e arresto, oltre a quello di sequestro di barche riutilizzabili, le ONG salvano (o portano in Italia, secondo i punti di vista) più persone senza pattugliare a vuoto”.