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02.09.2017 - 15:020
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Caprara, "più facile o più difficile? Lo sapremo solo vivendo..." E lancia un avviso ai Verdi, "paghiamo ancora la candidatura selvaggia di Widmer Schlumpf"

Il presidente del PLRT non è sorpreso dalla scelta del tricket, "Cassis non è mai stato in discussione, semmai si trattava di tralasciare Maudet o Moret. Lui si è presentato in modo interessante, per lei c'è stato qualche segno di debolezza. Ignazio deve solo essere sé stesso"

BELLINZONA – Il PLR, dunque, non esclude nessuno e presenterà all’Assemblea Federale tre candidati: il ticinese Ignazio Cassis, il ginevrino Pierre Maudet e la vodese Isabelle Moret.

Cosa pensa Bixio Caprara, presidente della sezione ticinese, della decisione? Lo abbiamo interpellato.
“Il ticket era una delle ipotesi che si stava delineando nelle ultime settimane e negli ultimi giorni. Non sono sorpreso, è evidente che la decisione è stata discussa molto profondamente del gruppo parlamentare liberale e confido molto nella sua saggezza”.

È una dimostrazione di forza o di debolezza del partito nazionale?
“La decisione è stata sofferta, oggetto di valutazioni. Come ogni scelta, comporta aspetti positivi e negativi, quando si sceglie c’è sempre qualcosa che si lascia. È stato valutato preferibile portare i tre candidati. È evidente che si sarebbe semmai dovuto scegliere uno solo dei due romandi, la presenza di Ignazio Cassis non è mai stata in discussione e cominciamo dunque a prendere questo come elemento positivo. La scelta sarebbe stata se poter tralasciare di portare la candidatura di Isabelle Moret o di Pierre Maudet. Sappiamo tutti che c’è stata un’evoluzione durante questa fase, dove il giovane Maudet si è presentato in modo profilato e molto interessante, d’altra parte c’è stato qualche segno di debolezza, di mancato apprezzamento, nei confronti della signora Moret, e verosimilmente ha giocato anche questo. C’era un discorso da un lato sul ricambio generazionale e dall’altro sulla presenza femminile. Decidere vuol dire perdere qualcosa per strada, hanno scelto di andare avanti con tutti e tre”.

Per Cassis la corsa diventa più facile o più difficile?
“È difficile dirlo, lo sapremo solo vivendo, diceva quel tale! Ho sempre detto che sarebbe stato un discorso in salita, sul piano nazionale ci sono candidati validi, e che non avremmo avuto nessuno scontro da parte dei romandi, e questa è stata la dimostrazione. Ancora una volta, è stato importante avere un candidato molto solido che non è mai stato messo in discussione”.

Cosa hanno chiesto, in particolare, a Cassis nel corso della sua audizione?
“Non l’ho ancora sentito, ma so che hanno fatto domande in merito ai rapporti con l’UE e la politica estera. Poi c’era la previdenza vecchiaia, oltre alla politica migratoria e il tema delle assicurazioni sociali”.

Ora bisognerà passare l’interrogatorio, definiamolo così, degli altri partiti. C’è un’audizione che la preoccupa in modo particolare?
“Non credo, nella misura in cui la procedura è molto seria. Bisogna essere sereni riguardo a questo, se è stata così seria e approfondita la verifica da parte del gruppo parlamentare che Cassis stesso presiede, figuriamoci come saranno le audizioni degli altri partiti. Credo che bisogna sapere che è così, non c’è nessuna sorpresa, la democrazia svizzera e le nostre istituzioni funzionano in modo molto serio, senza sconti a nessuno. Nessuno viene accolto con una pacca sulle spalle e invitato in Consiglio Federale, il posto va guadagnato. È un messaggio da far passare ai cittadini. Ignazio deve essere secondo me se stesso, ha un profilo molto chiaro, difende in modo esplicito i valori di riferimento del funzionamento delle nostre istituzioni, in particolare la concordanza, e non deve far altro che proseguire sulla sua strada in modo sereno”.

Si aspettava che la questione della rinuncia al passaporto italiano del vostro candidato avrebbe suscitato così tante reazioni?
“Mi pare che ci sia una certa differenza tra quello che viene dibattuto sui media e quello che viene discusso dai parlamentari. Per me è più che opportuno che qualcuno che ambisce a essere eletto in Consiglio Federale deve essere molto chiaro riguardo alla doppia cittadinanza, non esiste che un Ministro abbia la doppia nazionalità e sono contento che Ignazio la pensi allo stesso modo. Quando ha deciso di mettersi a disposizione ha rinunciato al doppio passaporto, senza per questo, e deve essere chiaro, rinnegare le sue origini e la sua italianità dal punto di vista culturale”.

Teme eventuali candidature selvagge? I Verdi ticinesi chiedono per esempio di votare per Sadis…
“Credo che non sia un tema. Con un ticket a tre il ventaglio di possibilità è ampio, e si è pagato duramente in politica svizzera per l’esclusione di Blocher e la candidatura selvaggia di Widmer Schlumpf. Sono rimasti degli strascichi importanti, chi ha buona memoria può capire che non p il caso di mettere in discussione la concordanza, il Willensnation e la volontà di restare assieme. Nei prossimi anni ci saranno diversi cambiamenti in Consiglio Federale, dunque nessuno ha interesse a far saltare le carte in tavola”.

Ma le darebbe fastidio se Sadis ottenesse qualche voto?
“Fastidio no, nella misura in cui Laura Sadis è un’amica. La questione secondo me non si pone, comunque”.


Paola Bernasconi
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