Lei, scrive, ha provato a ricomporre la situazione. “Vari sono stati i tentativi di riportare l’artificiosa contesa in un solco di seppure minima ragionevolezza. Il pregiudizio originario si è dimostrato insuperabile, come non superabile è stata la sicumera di chi accusa e nel contempo pretende di dare una sentenza definitiva. Affermare, in duetto stordente, che la “situazione è seria e chi ne ha la responsabilità politica se la assuma”, è, oltre che una malizia, l’inconcepibile sofisma di chi quella situazione ha artatamente creato. Potrei, d’ora in poi, limitarmi a seguire il monito: “vedesi molte volte come l’umilità non solamente non giova ma nuoce, massimamente usandola con gli uomini insolenti, che o per invidia o per altra cagione hanno concetto odio teco” (“Ingannonsi molte volte gli uomini, credendo con la umilità vincere la superbia”)”.