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08.08.2019 - 17:140

Attacca anche la Lega: "L'effetto sostituzione c'è eccome! I frontalieri introducono nel mercato ticinese familiari e amici"

"Da ormai parecchio tempo trovano impiego in modo trasversale in tutti i settori economici e occupano posti che la popolazione indigena accetterebbe ben volentieri", si indigna il Movimento di via Monte Boglia

LUGANO – Non solo l’UDC: anche la Lega è scatenata dopo l’annuncio che il numero di frontalieri in Ticino ha toccato un nuovo record.

Se per Lorenzo Quadri “per questa invasione i camerieri dell’UE in Consiglio federale, e soprattutto ringraziamo il triciclo PLR-PPD-PSS che ha rottamato la preferenza indigena plebiscitata dal popolo! Compresi i rappresentanti ticinesi del triciclo a Berna!”, la sua collega a Berna Roberta Pantani afferma come “il lavoro c’è sempre per i frontalieri, mentre per i nostri residenti scarseggia. È difficile anche solo immaginare che nessun ticinese non avrebbe potuto occupare almeno uno dei duemila posti nel settore terziario che negli ultimi tre mesi sono andati ai frontalieri. Stando all’Ufficio federale di statistica, la maggior parte dei lavoratori che varca il confine è impiegata nei servizi. E stiamo parlando di oltre 42mila persone. Nessuno dei nostri giovani o dei nostri disoccupati è in grado di effettuare questi lavori?”.

Il loro partito ha attaccato a sua volta: “Il numero di frontalieri in Ticino, contrariamente a quanto parte dei politici cantonali continua a far credere ai cittadini, è in costante aumento. I dati diffusi in mattinata dall’Ufficio federale di statistica sono inequivocabili e preoccupanti: nel secondo trimestre è stata raggiunta la cifra record di ben 66'316 frontalieri e soprattutto il nostro Cantone da aprile a oggi è stata la regione confrontata con la crescita più marcata rispetto al periodo precedente”, si legge in una nota.

“Nei primi mesi del 2019 il numero di questi lavoratori è infatti aumentato di oltre 4'000 unità, specialmente nelle professioni legate ai servizi e quindi al settore terziario. L’erosione del numero di posti di lavoro per i ticinesi è dunque proseguita con ancora maggior vigore, amplificando l’effetto di sostituzione dei ticinesi con i lavoratori provenienti da oltre confine. Perché spesso proprio di questo si tratta!”, è convinto il Movimento di via Monte Boglia.
“Ancora una volta è quindi dimostrato che i frontalieri non sono necessari perché sostituiscono i ticinesi nei lavori che non vogliono più svolgere. Da ormai parecchio tempo trovano impiego in modo trasversale in tutti i settori economici e occupano posti che la popolazione indigena accetterebbe ben volentieri. Un effetto moltiplicatore che si evidenzia osservando la volontà di numerosi frontalieri di introdurre nel mercato del lavoro ticinese famigliari, conoscenti e amici. Oltre a ciò, vi è chiaramente la complicità di alcune aziende (… con il permesso della politica) che privilegiano manodopera frontaliera dove l’offerta indigena non manca”, tuona il partito.

E fa eco a quanto detto dai suoi rappresentanti e dall’UDC: “Si tratta quindi di porre un deciso freno a una situazione che sta sempre più peggiorando. Si corre il rischio di compromettere anche il futuro professionale delle nuove generazioni che entreranno nel mondo del lavoro. Una tendenza che il nostro Movimento da sempre sta cercando di invertire senza però poter contare sulla collaborazione concreta dei tre partiti storici, che a parole si dicono interessanti a trovare delle soluzioni al problema – il primo per importanza per i ticinesi -, ma che di fatto non contribuiscono a risolvere”, sostenendo che “la situazione è seria e va affrontata con decisione: solo con una limitazione chiara dell’immigrazione si difendono i ticinesi, non con le applicazioni light e di facciata che tanto piacciono a PLR-PPD e PS. In questo senso la Lega dei Ticinesi continuerà a denunciare questo stato di cose e a lavorare per garantire a tutti i ticinesi un posto di lavoro”.

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