Il presidente de il Centro: "Nei prossimi mesi alle istituzioni di questo Cantone sarà chiesto un esercizio di partecipazione e condivisione molto impegnativo"
*Discorso di Fiorenzo Dadò nella seduta in Gran Consiglio
In qualità di relatore del Consuntivo 2024 mio malgrado, intervengo brevemente per illustrare alcuni punti proposti in commissione della Gestione, la quale ha optato per un rapporto volutamente succinto, dando per scontato che le considerazioni politiche spettano ai singoli gruppi parlamentari anche se il vero decisivo dibattito sul futuro delle finanze cantonali, quello sì, giocoforza complicato visti i chiari di luna di questi giorni, andrà fatto in autunno in occasione del Preventivo per il 2026.
Innanzitutto permettetemi di ringraziare il presidente della commissione e le colleghe e i colleghi per l’importante contributo, unitamente alla nostra collaboratrice Francesca Martini per la dedizione e il qualificato apporto che ci ha dimostrato anche in questa occasione.
I conti consuntivi, seppur presentino ancora un disavanzo di 71,8 milioni, ha chiuso in cifre migliori rispetto ai valori stimati a Preventivo, che prevedeva un risultato di esercizio di (meno) – 130,8 milioni di franchi. A concorrere al miglioramento del risultato d’esercizio sono stati ancora una volta soprattutto le entrate e sopravvenienze fiscali. Il pacchetto di riequilibrio delle finanze cantonali contenute nel preventivo 2024, per contro, ha permesso di contenere il disavanzo prospettato entro limiti per così dire accettabili.
Le spese correnti sono quindi cresciute di 64 milioni di franchi e le entrate correnti sono aumentate di 134 milioni rispetto al preventivo. La differenza, come detto, ha apportato un miglioramento ma non è bastata a riportare il risultato di esercizio in positivo. Lo scostamento tra preventivo e consuntivo 2024 è pertanto pari a 59 milioni di franchi.
Se le entrate hanno registrato un miglioramento, per contro è da notare un peggioramento del capitale proprio che si attesta a (meno) - 215.9 milioni di franchi. A titolo di paragone nel 2023 eravamo con un Capitale proprio di (meno) -177.5 milioni, con un conseguente aumento del debito pubblico ad oltre 2.6 miliardi di franchi.
Pur dinanzi a una situazione finanziaria per il momento apparentemente ancora gestibile, è sempre più evidente la fragilità delle finanze cantonali, che necessiterebbero senza tentennamenti interventi finanziari più incisivi e soprattutto scelte di indirizzo e di gestione amministrativa diversa e per priorità. Anche la gestione del personale, obsoleta, richiederebbe una riflessione con finalità innovative in linea con il periodo storico nel quale ci troviamo. Ma tra il dire e il fare, come si sa c’è di mezzo il mare e c’è chi, invece di occuparsi di far funzionare bene quello che sta facendo e partecipare attivamente alle dinamiche che dovrebbe avere un Governo, si diverte a dividere la già fragile concordanza che si trova sempre più vicina all’orlo del baratro.
Appare evidente che se a questa situazione pirandelliana, i cui retroscena si possono ben immaginare, non si pone immediatamente fine, non vi saranno più i numeri non solo per i grandi progetti che si aspettano i cittadini ma neppure per le prossime fasi di risanamento delle finanze. Molto prima delle recenti proposte salvaministri che vengono spacciate come “cosa enorme e frutto di una finissima strategia politica per dar linfa ad un esecutivo ammosciato ”nonchè forriera di chissà quali stravolgimenti di efficienza e qualità, ci si è opportunamente chiesti se l’attuale assetto dipartimentale non abbia fatto il suo corso e se non fosse giunto il momento per una revisione seria delle responsabilità e delle competenze nei singoli dipartimenti.
A quel momento, prima della fine della scorsa legislatura, c’erano le carte e i tempi per discuterne e fare tutti i cambiamenti che si volevano, ma evidentemente l’idea innovativa e coraggiosa di un Lago D’Orta bis non serviva ad interessi personali ed è stata ignorata; da qualcuno persino schernita. Non è certo scambiandosi le seggiole dal velluto oramai consunto nell’ultimo anno prima delle elezioni che si risolvono i problemi che affliggono il Ticino o che si recupera terreno su progetti mai realizzati, ancor più se questi cambiamenti non vengono accompagnati da un programma politico sul come si intendono cambiare le politiche in questi uffici.
E ancor meno, si può sperare di trovare consenso se regna la confusione su cosa significa nel concreto il cambio di responsabilità dipartimentale. Le parole pronunciate dall’onorevole Zali in conferenza stampa, circa la volontà di condurre il dossier sulla circonvalazione Agno Bioggio anche dopo un eventuale cambio alla conduzione del dipartimento, è la bandiera issata, non sul Cervino, ma sull’Everest di quanta la confusione regni sovrana.
Non ci stancheremo mai di evidenziare che senza una chiara volontà da parte dell’intero Governo di voler lavorare assieme e non a compartimenti stagni, condividendo per davvero politiche e strategie, perché no, che escano dai confini del dipartimentalismo, iniziando nel dare una svolta decisiva attraverso un’analisi della spesa generale degna di questo nome, continueremo ancora per diversi anni a rimbalzarci la responsabilità tra forze politiche con i consueti sterili dibattiti tra i chi ha fatto e chi non ha fatto, tra chi ha speso di più e chi un pochino di meno.
In tutte le Amministrazioni del mondo, a scadenze regolari, si dà mandato ad enti appositi per svolgere delle analisi con l’obiettivo di limitare quelle sacche di inefficenza e di doppioni che giocoforza sono anch’esse all’origine dell’utilizzo non razionale del denaro pubblico e del fallimento dei progetti. Solo in Ticino, forse a causa dell’eccessivo dipartimentalismo, associato all’incapacità di sapersi mettere un pochino in discussione, questi concetti sembrano essere tabù. Per quanto non sia ancora ben chiaro l’effetto e il risultato che otterrà, è essenziale che l'analisi della spesa di cui si sta occupando il Comitato guida su mandato di questo Parlamento, consideri concretamente le prospettive reali dell'evoluzione della società, e non si limiti a una fotografia attuale o a semplici paragoni con altri Cantoni.
A nome del mio gruppo ci tengo precisare già sin d’ora che se nei prossimi mesi dovessimo constatare che se non vi sarà una reale volontà di approfondimento, e non è certo un buon presagio la defenzione del partito di maggioranza relativa in Governo che ha tolto il suo rappresentante dal gruppo di lavoro, forse per dare il giusto viatico e significato al cambio di seggiola per il bene del paese, è possibile che anche noi ci dedicheremo d’altro.
Negli scorsi mesi la Commissione gestione e finanze ha posto al Consiglio di Stato una serie di domande puntuali concernenti questi e altri aspetti e le risposte, più o meno chiare, sono state pubblicate nel sito del Cantone unitamente ai rapporti; questo per una questione di trasparenza nei confronti dei cittadini che sono e restano i primi beneficiari e proprietari della cosa pubblica. Nelle risposte si possono evincere alcuni elementi che sono parte delle criticità anche se, come detto ci vorrebbe ben altra analisi per comprendere meglio dove risiedono i problemi e come è possibile intervenire per cercare di porre rimedio a questa difficile situazione.
Per terminare, la maggior novità contenuta nel rapporto di maggioranza sono le indicazioni che abbiamo dato al Consiglio di Stato su alcune piste da approfondire per valutare come contenere le spese. La Commissione partendo dal presupposto che il Governo abbia già avviato da tempo le opportune riflessioni in vista dell’elaborazione del preventivo 2026, ha ritenuto opportuno sottoporre all’attenzione del Consiglio di Stato degli elementi di valutazione che, si auspica, possano trovare spazio durante i mesi estivi nei lavori di approfondimento del preventivo.
La fragilità della situazione finanziaria del Cantone è sotto gli occhi di tutti e preoccupa, ma è evidente che non si potrà pensare di riuscire a definire un percorso condiviso per raggiungere l’equilibrio finanziario se mancano la fiducia e il dialogo (che non siano solo di facciata) in primis tra Governo e Parlamento. Il Gran Consiglio – come auspicato anche dal suo Presidente - deve senz’altro adoperarsi con maggiore impegno in questa direzione ma è altrettanto evidente che se all’interno del Governo persistono delle ambiguità e qualcuno è disposto a destabilizzare quella già fragile collaborazione che c’è tra i partiti, non andremo da nessuna parte. Nei prossimi mesi alle istituzioni di questo Cantone sarà chiesto un esercizio di partecipazione e condivisione molto impegnativo.
Anche la Commissione intende partecipare suggerendo al Consiglio di Stato di approfondire le piste di contenimento e razionalizzazione della spesa tutt’ora sul tavolo, valutando la loro fattibilità o meno tenuto conto del quadro legale vigente e suggerendone eventuali modifiche. In questo senso, considerato che il gruppo parlamentare a cui fa riferimento il partito di maggioranza relativa del Consiglio di Stato ha presentato una mozione (Finanze cantonali: 40 misure di risparmio) con una serie di proposte di risparmio –la Commissione chiede al Governo una presa di posizione, questa volta collegiale, sulle stesse, contestualmente alla presentazione del Messaggio sul Preventivo 2026.
La Commissione chiede inoltre una presa di posizione del Consiglio di Stato sulle seguenti misure
Tentare di trovare una per ora tutt’altro che scontata maggioranza in vista del preventivo 2026 è, a questo punto, e con il clima di sfiducia attuale, una strada molto più in salita, che può appianarsi unicamente attraverso un segnale che dimostri una seria volontà di tenere aperto un dialogo costruttivo tra Consiglio di Stato e Parlamento, tra il Paese e le Istituzioni.
Questa, a nostro avviso, dovrebbe essere la priorità e l’interesse di tutti.
*Presidente Il Centro e relatore di maggioranza