POLITICA
Premi di cassa malati alle stelle: il PLR chiede una pianificazione ospedaliera "coraggiosa"
Speziali, Quadranti e Ferrara: "È tempo di concentrare specialità e risorse per contenere la crescita dei costi sanitari"
TIPRESS

BELLINZONA – Davanti all’ennesima stangata dei premi di cassa malati (+7% in Ticino dal 2026, con medie mensili che superano i 500 franchi per diverse fasce d’età), il PLR con di  Alessandro Speziali, Matteo Quadranti e Natalia Ferrara ha depositato una mozione che invita il Consiglio di Stato a varare una pianificazione ospedaliera più rigorosa, “coraggiosa, di qualità e razionale”.

Secondo i firmatari, il Cantone non può più limitarsi a misure tampone: “La pressione su famiglie, anziani e finanze pubbliche conferma l’urgenza di incidere sui costi strutturali del sistema, sfruttando i margini che già esistono a livello cantonale”.

Tre leve per ridurre la spesa

La mozione individua tre strumenti principali per contenere i costi senza sacrificare l’accesso alle cure:

Concentrare specialità e casistica complessa in pochi centri, per migliorare gli esiti clinici e ridurre complicanze e riammissioni.

Razionalizzare le funzioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 (urgenze, terapie intensive, sale operatorie), ottimizzando turni e utilizzo del personale.

Stabilire volumi minimi e mandati chiari, così da evitare frammentazioni, ridurre costi fissi e investimenti tecnologici ridondanti.

Gli esempi di altri Cantoni – come Zurigo con le “Spitallisten”, Vaud con le reti cliniche attorno al CHUV o la pianificazione congiunta Appenzello–San Gallo – “dimostrano che una maggiore concentrazione porta a migliori esiti e a una crescita più contenuta dei costi”.

La mozione chiede al Consiglio di Stato di elaborare un rapporto comparativo con due possibili modelli:

Scenario A (radicale): centralizzazione spinta, con concentrazione delle principali discipline in due poli complementari, accorpamento delle sale operatorie e riconversione delle sedi periferiche.

Scenario B (intermedio): razionalizzazione mirata, con maggiore equilibrio tra concentrazione e diffusione sul territorio.

“Il Cantone ha già introdotto misure come la moratoria per i nuovi studi medici e la riduzione del punto tariffale ambulatoriale – ricordano i tre – ma serve un passo ulteriore”. Nel mirino anche la possibilità di limitare nuove farmacie o studi di fisioterapia e di introdurre una tassa per l’accesso improprio ai pronto soccorso.

L’obiettivo dichiarato è duplice: garantire ai ticinesi una sanità di qualità e rendere il sistema sostenibile, in un momento in cui il peso dei premi rischia di diventare insopportabile.

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