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28.08.2015 - 16:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:43

Che fine ha fatto la “santa alleanza”?

Scintille fra Lega e PPD, in vista delle federali il campo di gioco si sposta in montagna. Mentre Boneff ricorda i consigli del Nano...

BELLINZONA - Le elezioni federali si avvicinano, i partiti cominciano a scaldare i motori e a posizionarsi sullo scacchiere. Le posizioni di partenza vedono la Lega con due seggi al Consiglio nazionale, il PLR due, il PPD due, e infine PS e UDC con entrambi un seggio. L’ambizione di tutti è quella di confermare i propri “cadreghini”, alcuni sognano di conquistarne uno in più. Il partito più dinamico finora sembra essere il PPD, un po’ come l’Ambrì parte sempre in tromba per poi perdere velocità strada facendo. Il numero di liste presentate dalla compagine di Lombardi è da record: ben quattro, tutte congiunte, senza contare l’alleanza con i Verdi liberali. Raggranella qua, raggranella là, tutti i voti andranno a puntellare i seggi di Regazzi e Romano. Qualche giorno fa il ritiro sulle montagne, a Cardada, da dove è emerso il nuovo leitmotiv: la salvaguardia delle regioni montane. Per dirla con Germano Mattei, «nel 2011 avevamo quasi 11’000 consensi, a aprile erano 14’995, ora si aggiungono i partitoni, il potere nientemeno». I voti raccolti da Montagna Viva forse rappresentano un malcontento delle regioni periferiche, storicamente feudi del PPD. A mettersi di traverso sulla strada intrapresa dal partito di Lombardi niente meno che Norman Gobbi, che ha ironicamente salutato il «risveglio montanaro del PPD», affermando che «la migliore strategia che si possa volere per mantenere vive le regioni periferiche è quella che non ha bisogno di articoli costituzionali, ma solo di un po' di buona volontà da parte di tutti». Apriti cielo. A stretto giro di posta arriva anche la pungente risposta ironica del capogruppo Fiorenzo Dadò, «facile fare il vallerano con l'auto blu», invitando Gobbi a non frequentare unicamente i grotti raggiungibili con l’auto, ma vivendo la montagna «anche un po' più in su, fin sotto le creste, arrancando faticosamente per i sentieri costruiti dai nostri antenati e tenuti puliti da eroici volontari, senza fracasso ma con il sudore della fronte». Come il cacio sui maccheroni è arrivata l’operazione “capanne pulite”, così è già stata soprannominata, un paio di nepalesi beccati a lavorare in nero nelle capanne alpine. Marco Romano e Fiorenzo Dadò sono saltati addosso a Gobbi. «Non contesto la forma ma la sostanza», ha dichiarato Romano, evocando problematiche ben più importanti del paio di nepalesi in nero. Ancora più tosto Dadò, che ha accusato Gobbi di aver trasformato il Ticino in uno Stato poliziesco. Cosa diceva il Nano «Il fondatore della Lega, in una riunione fra i municipali e i granconsiglieri di Lugano esponenti di tutti i partiti, avvenuta qualche anno fa, ci consigliò di concentrare la nostra campagna elettorale nel quartiere di Molino Nuovo, evitando di perdere tempo girando il Cantone», ha affermato su Facebook l’ex deputato pipidino Armando Boneff. «Oggi Gobbi si fa paladino della montagna, sulla scia della dichiarazione d'intenti del PPD e, prima, di Germano Mattei che alla montagna ha intestato addirittura un partito. Qualcosa sta cambiando nella politica ticinese. Tutti si muovono in favore delle località vallerane, stranamente in antitesi con i problemi più salienti della nostra epoca che, invece, sono soprattutto concentrati nelle città (traffico e disoccupazione in primis)», afferma ancora Boneff. E conclude, «l'essere stato dodici anni in politica attiva non mi aiuta a capire, o forse preferisco non capire?». La “santa alleanza” A voler tradurre in tattica questi battibecchi di fine estate si potrebbe pensare che PPD e Lega pensano di contendersi dei consensi, che forse potrebbero valere un seggio di qua o di là. Per buona pace della “santa alleanza” dell’inizio della scorsa legislatura, quando i due partiti andavano d’amore e d’accordo facendo “comunella” in governo. Due esempi per chi ha la memoria corta, il congelamento dei ristorni dei frontalieri (votato dai due leghisti e dal pipidino), o la nomina targata PPD del comandante della Polcantonale. Tutto archiviato, perlomeno per queste federali i due partiti sembrano volersi “confrontare” per raccimolare più consensi.
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